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Gli anarchici contro la questura di Torino: assalto a una volante e auto danneggiate (IL VIDEO SHOCK ALL'INTERNO)

E' successo pochi minuti fa fra corso Vinzaglio e via Grattoni

Gli anarchici contro la questura di Torino: assalto a una volante e auto danneggiate

Foto d'archivio

Tensioni, calci e pugni a una volante, un poliziotto ferito, cinque donne denunciate per resistenza a pubblico ufficiale: è successo di tutto nel pomeriggio di ieri fra corso Vinzaglio e via Grattoni, dove ha sede la Questura. Scene mai viste a Torino, che hanno subito scatenato reazioni nei sindacati di polizia e fra le forze politiche.

A partire dal presidente del Senato Ignazio La Russa e dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «E’ un inaccettabile atto di violenza nei confronti della polizia, sintomatico del clima di veleno e sospetto di questi giorni». Piantedosi si dice «sdegnato» e aggiunge che «mi prodigherò in ogni sede per affermare la dignità e l’onore di servitori dello Stato che ogni giorno concorrono ad affermare i valori di libertà e democrazia, anche mettendo a rischio la loro incolumità».

La “causa scatenante” risale alla notte scorsa, quando un 31enne di origini marocchine è stato fermato fuori dal sottopasso di corso Grosseto: stava scrivendo sulle pareti frasi come “Fuoco alle galere” e “Più sbirri morti”. Per questo è stato denunciato per deturpamento, oltraggio alle forze dell’ordine e violazione alle norme sull’immigrazione, visto che è risultato irregolare in Italia dal 2012 e già destinatario di un decreto d’espulsione nel 2022. Avrebbe già tredici condanne sulle spalle, tutte passate in giudicato: una è per violenza sessuale di gruppo.

L’extracomunitario avrebbe dovuto essere accompagnato in un centro di rimpatrio in Lombardia per essere estradato. In via Grattoni, però, una ventina di antagonisti e autonomi dei centri sociali ha circondato l’auto della polizia per liberarlo. Hanno cercato di aprire le portiere e l’hanno presa a calci e pugni. Finché cinque antagoniste sono stati fermate dalla polizia e trattenute in Questura insieme al marocchino (e poi denunciate). Intanto uno dei poliziotti è finito al Cto, ferito da calci alle ginocchia e morsi a una mano.

Gli altri antagonisti si sono spostati in corteo verso piazza XVIII dicembre e piazza Castello: durante il tragitto, oltre a bloccare il centro, hanno danneggiato una serie di auto. Poi sono ritornati verso la questura, blindata fino a tarda sera.

Intanto è arrivata la cascata di reazioni politiche e dei sindacati: per Luca Pantanella (Fsp) è «il risultato di giorni di odio e fango: ci aspettiamo solidarietà dal presidente Mattarella». Fa lo stesso Pietro Di Lorenzo del Siap, che parla di «folle e continua campagna ideologica e politica contro la polizia». «Violenza mai vista» per Domenico Pianese del Coisp. Il Siulp fa eco con «comportamento eversivo». Anche l’Unione Sindacale Italiana Carabinieri parla di «gravità inaudita» e chiama in causa il sindaco Stefano Lo Russo: «Cosa dirà di questo brutale assalto?» aggiungono Antonio Perna e Antonio Gurgigno del Sap. Stesso bersaglio per l’assessore regionale Maurizio Marrone, il consigliere Paolo Ruzzola, il senatore Lucio Malan e la deputata Augusta Montaruli: «Non è un caso che un episodio così grave avvenga proprio nella città dove il sindaco avvia la regolarizzazione dei centri sociali. A Torino si è creato un clima di impunità che rafforza le strategie della tensione e l’arroganza degli antagonisti». Conclude Fabrizio Ricca, assessore regionale alla Sicurezza: «Dialogare con i centri sociali è una futile perdita di tempo se i risultati sono questi, con i torinesi ostaggio di militanti anarchici che disprezzano le leggi e la convivenza civile. Basta tolleranza». E infine arriva anche la replica del sindaco: «Esprimiamo ferma e decisa condanna dell’aggressione e piena solidarietà agli agenti coinvolti».

In serata il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il capo della polizia per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti della pattuglia aggredita a Torino. Mattarella ha inoltre ribadito fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia. Subito dopo il presidente ha sentito il ministro Piantedosi.

É un «gioco che può diventare molto pericoloso quello di togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra» riflette il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Sei giorni dopo gli scontri di Pisa e il "fallimento" citato dallo stesso Mattarella, la premier conferma il sostegno del governo alla polizia e mette in guardia dai rischi che potrebbero derivare da un crollo di fiducia nei confronti di chi garantisce la sicurezza.

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