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Casi giudiziari
08 Marzo 2024 - 19:50
Due casi di cronaca giudiziaria di grande clamore mediatico e un punto in comune: l'accusa. Si va dal caso di Chiara Ferragni, l'influencer finita nel mirino dell'Antitrust e poi delle procure per la vicenda del pandoro Balocco inserito in una campagna benefica, a quello dei fratelli Elkann, su cui proprio in queste ore c'è stata una clamorosa svolta. Ma vediamo nel dettaglio.
Il punto in comune è l'accusa di truffa aggravata. Ma di cosa si tratta? E cosa rischiano gli accusati? La truffa, spiegano gli avvocati di "Avvocato360°", avviene "portando un soggetto a compiere una certa azione; con una omissione, per esempio quando la vittima non chiede la restituzione del credito di cui ha diritto, in quanto convinta che sia ormai prescritto; attraverso un contatto o negozio giuridico". Deve presentarsi l’artifizio (ossia simulazione di circostanze inesistenti, oppure esistenti, ma in ogni caso viene modificata la realtà) o il raggiro.
Sul reato di truffa, il Codice Penale, articolo 640, recita testualmente: "Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno". La pena, in caso di condanna, è "la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 51 euro a 1.032 euro".
La truffa aggravata, secondo il secondo comma dell'articolo 640, si configura se il fatto è commesso a danno dello Stato o di un altro ente pubblico; ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l'erroneo convincimento di dovere eseguire un ordine dell'Autorità. Oppure, viene precisato, sfruttando le debolezze altrui.
Nel caso di Chiara Ferragni, avevano rimarcato alla Procura di Milano dove è aperto il fascicolo, l'aggravante consisterebbe nella circostanza per cui la campagna pubblicitaria ingannevole era abbinata a un progetto benefico per bambini malati.
Per i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, la truffa ai danni dello Stato si configura per la sottrazione a tassazione di parti dell'eredità della nonna, Marella Agnelli, facendo figurare la sua residenza in Svizzera. Circostanza non rispondente al vero, secondo la Procura di Torino.
La truffa aggravata è punita con pene aumentate, quindi con la reclusione da 1 a 5 anni e multa da 309 a 1.549 euro. Ma la prescrizione si consuma in appena sei anni, dunque in questo lasso di tempo serve raggiungere una sentenza definitiva.
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