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Amico Reporter

Il marciapiede diventa una discarica: "Ogni giorno buttano nuova immondizia"

Degrado a Torino: la colpa è solo dei servizi di raccolta rifiuti?

La foto inviata dal nostro Amico Reporter

In un angolo di Torino si cela una realtà che sembra sfidare ogni logica di civiltà urbana. Parliamo della zona Lucento, dove il decoro urbano ha deciso di prendersi una pausa indefinita. Il nostro lettore e Amico Reporter Danilo, ci ha mandato delle foto che, credetemi, valgono più di mille parole di qualsiasi politico in campagna elettorale.

La scena che si apre davanti ai nostri occhi è quella di una discarica a cielo aperto in via Bernardo Luini, un insulto alla bellezza della città e un pugno nello stomaco per chi, ogni giorno, si ritrova a navigare tra i suoi rifiuti. Fra i protagonisti di questo triste scenario, troviamo un pittoresco paraurti di auto, testimone silenzioso di collisioni passate, circondato da un'assemblea di mobili di legno in fase di decomposizione ed un assortimento variegato di cianfrusaglie, inclusi frammenti di vetro e secchi di vernice bianca, testimonianza di progetti di rinnovamento che hanno lasciato dietro di sé solo desolazione. La discarica trova il suo sfondo in un marciapiede così dissestato da poter competere con la superficie lunare per il numero di crateri.

Ma chi è il responsabile di questo scempio? È facile puntare il dito contro il servizio di raccolta rifiuti, che a volte sembra vacillare sotto il peso dell'immondizia ma che resta attivo 7 giorni su 7. Tuttavia, la verità è che dietro a ogni scarto abbandonato c'è una scelta, un gesto maleducato che trasforma uno spazio pubblico in un cumulo di detriti. Chi ha deciso di disfarsi così negligentemente dei propri rifiuti? Chi è il "genio dell'ecologia" che ha trasformato questo angolo di Torino in un vero e proprio incubo?

Questo articolo vuole essere un campanello d'allarme, un invito a riflettere su come piccoli gesti quotidiani possano influenzare profondamente la qualità della vita nella nostra città. La responsabilità è di tutti: non serve essere una scienza per capire che il rispetto per gli spazi comuni inizia da semplici azioni di civiltà.

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