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Automotive & Politica
14 Marzo 2024 - 12:30
Continua la grande partita a scacchi del governo per l'automotive. Secondo le indiscrezioni riportate da Reuters, il governo italiano non solo è in trattative con diverse case automobilistiche cinesi, ma avrebbe addirittura individuato in Chery la sua scelta prioritaria per quell'ambizione di portare in Italia "un secondo produttore" in alternativa a Stellantis.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso - nell'attesa ancora del varo degli incentivi di 940 milioni di euro per il settore, presentati a febbraio e ancora non pervenuti -, alla Camera ha confermato contatti in corso da almeno otto mesi con tre gruppi cinesi e aziende occidentali. L'obiettivo è di attirare un investimento che possa rilanciare il settore automobilistico italiano e raggiungere una soglia di produzione minima di 1,3 milioni di veicoli. Urso sostiene che, nonostante l'importanza di Stellantis, per raggiungere tale traguardo è necessario intercettare nuove realtà del settore.
Non è la prima volta che Chery spunta tra i possibili investitori contattati da Palazzo Chigi. Oltre a Tesla, Toyota - questa sarebbe l'opzione preferita dalla premier Giorgia Meloni - BYD, che per esempio già produce in bus in servizio in numerose città italiane come Torino, e Geely, il costruttore cinese ha ribadito l'intenzione di realizzare un impianto industriale nel Vecchio Continente, indicando l'Italia tra le possibili opzioni.
Le ultime indiscrezioni non sono state né confermate né smentite dal ministero o da Chery. Tuttavia, l'amministratore delegato della filiale europea di Chery, Jochen Tueting, ha affermato di "valutare diverse possibilità in tutta Europa per individuare un potenziale insediamento produttivo per il futuro". Questo gioco di scacchi si gioca principalmente tra Italia e Spagna, con la Chery che sta valutando l'opportunità di ristrutturare un vecchio impianto - potrebbe rientrare in gioco proprio una fabbrica ex Fiat - o di costruirne uno nuovo.
La Chery Automobile Ltd è di fatto un'azienda pubblica cinese, fondata nel 1997. E' stata anche la prima a esportare i propri veicoli in Europa e, oltre a essere protagonista di una crescita interessantissima negli ultimi anni, è di fatto già presente in Italia. Nel giro di vent'anni è passata da 2mila a 730mila vetture prodotte e, qui in Italia, è particolarmente diffuso il marchio Exceed. Recentemente ha presentato il concept Gene, un suv dall'aspetto futuristico, ovviamente elettrico, e con la possibilità di passare alla guida autonoma governata dall'intelligenza artificiale.
Dal 2007, inoltre, Chery è uno dei fornitori di componenti e motori per l'italiana DR Automobiles, l'azienda di Massimo Di Risio specializzata in suv low cost - che cuba circa l'1% del mercato -, il cui nome era già spuntato mesi fa fra i rumors relativi a possibili acquirenti per lo stabilimento ormai ex Maserati di Grugliasco, dismesso e piazzato in vendita da Stellantis. C'è da annotare che Di Risio già nel 2009 aveva cercato di comprare quello stabilimento, allora ex Bertone. E nello stesso anno aveva messo nel mirino lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese.
Quanto al ministro Urso, oggi è a Verona per l'apertura del primo incontro del G7 dell'industria, con focus su "intelligenza artificiale e transizione green" per individuare i percorso necessari alla crescita delle imprese italiane.
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