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Il progetto

Uffici, palestra e coworking. L'ex Enel si trasforma in Eblò

Nel palazzo di corso Regina non mancheranno spazi comuni e punti ristoro

Rendering Eblò

Rendering riqualificazione Eblò

Il palazzo delle iconiche finestre ad oblò che fino al 2016 ha ospitato gli uffici dell’Enel rinasce grazie un investimento complessivo che si aggira intorno ai 9 milioni di euro. In queste ore sono partiti i lavori di riqualificazione del palazzo a tre maniche e 11 piani per 11mila metri quadri di superficie, progettato negli anni ’70, che ne ripenseranno le funzioni. «L’obiettivo – ha spiegato Alessandro Mazzucco, portfolio manager di Blue Sgr – è riqualificare in ottica di sostenibilità energetica e di inclusività».

Si chiamerà Eblò e sarà un centro polifunzionale con uffici e sedi operative di aziende e spazi ristoro aperti al pubblico. Al termine del cantiere, che durerà un anno, l’edificio di corso Regina Margherita 267 offrirà ambienti lavorativi smart e personalizzabili, ideali per piccole strat-up e grandi aziende, con soluzione dai 400 a 1500 metri quadri e spazi da 160 a 190 metri quadri ideali per lavorare secondo il concetto del “work-life balance”.

«Un edificio dormiente per anni – ha detto l’architetto Emanuele Pessione dello studio Pession Associato – che valorizzeremo partendo dall’ingresso» con la realizzazione di una nuova scala e l’eliminazione della pensilina ed «le hall del piano terra e del primo piano che porteranno alle zone comuni». Non mancheranno infatti una caffetteria di fronte alla reception, un ristorante, una palestra al piano interrato aperte a tutti e una sala polivalente; un mix di ambienti che mirano a creare un ambiente organico.

Eblò, nome che gioca proprio fra la E di Enel e gli oblò che caratterizzano l’edificio, «è pensato per favorire la produttività – ha sottolineato Beppe Caruso, Ceo di Immogroup – grazie anche ai servizi aperti al pubblico». Un simbolo di rinascita urbana, un progetto «importante per il territorio – ha commentato il presidente della Circoscrizione 4 Alberto Re – e per la città, che ha bisogno di questi spazi innovativi». 

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