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I segreti dell'automotive
30 Marzo 2024 - 17:30
Alla fine di quest'anno, un veicolo su quattro venduto nel mondo sarà di fabbricazione cinese. Un dominio. E dire che Fiat era più che in anticipo sui tempi: la Panda elettrica è nata nel 1990 ed era rivoluzionaria. La stessa Torino lo era, con il suo "park" di ricarica e noleggio in pieno centro. E poi cos'è successo?
E' successo che l'elettrico non è decollato, che il parking elettrico in piazza Vittorio fu un completo fallimento - e il Comune di Torino spese miliardi per una trentina di auto poi abbandonate - e che quelle vetture erano proibitive. La Panda Elettra aveva un propulsore di 9,2 kW di potenza, nel bagagliaio dodici batterie al piombo da 6 volt (togliendo anche i sedili): velocità massima 70 chilometri orari e autonomia di cento. Prezzo? Circa 25 milioni di lire, cui aggiungere 2 milioni e mezzo per il cambio batterie, consigliato ogni 25mila chilometri.
Vennero poi anche la Cinquecento e la Seicento Elettra - il Comune di Palermo ne comprò per 3,5 miliardi di lire e fecero la fine delle Panda di Torino -, ma il progetto fu abbandonato. Il caro buon vecchio diesel pompava e sembrava la risposta a tutto. E oggi che cosa succede?
Succede che il Dragone ha conquistato l'egemonia di mercato, mentre i costruttori europei accusano l'Europa e le sue direttive di "aver imposto la transizione". "Ma non è così - è il pensiero di Giuseppe Sabella, direttore di Oikonova -. In realtà, la complicità dei grandi costruttori è stata decisiva nell'approvazione del Fit for 55 (stop alla produzione di veicoli non elettrici dal 2035). Proprio Tavares e Blume (ad Volkswagen) hanno più volte rimarcato che le case automobilistiche da loro guidate sarebbero arrivate ben prima del 2035 a produrre soltanto auto elettriche".
Secondo Sabella, la necessità - più che green - era economica, serviva qualcosa per scuotere il mercato e rinnovare l'intero parco circolante. Invece, il piano si è ritorto contro. E c'è una forte tendenza a tornare indietro e virare sui biocarburanti. Un'altra scommessa che in Italia sarebbero ben lieti di fare, dato che in questo settore, Eni è leader mondiale.
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