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La crisi dell'auto
03 Aprile 2024 - 11:50
E' iniziato il tavolo al ministero sul caso Mirafiori, lo storico stabilimento di Stellantis ormai ai minimi storici, fra cassa integrazione, stop alla produzione e uscite incentivate. Carlos Tavares, ceo del Gruppo, non c'è. Ufficialmente per la policy aziendale di non partecipare a incontri con personalità politiche impegnate in campagna elettorale, come nel caso del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, presente a Roma assieme al sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Al posto del ceo, c'è Davide Mele, responsabile Corporate Affairs del Gruppo.
A Palazzo Fiorentini, sede del Mimit, ci sono il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, oltre ai rappresentanti di Anfia, l'associazione dei fabbricanti italiani dell'automotive, e i delegati sindacali. E proprio dai sindacati arriva una dura presa di posizione sul caso Mirafiori.
A esporla è Maurizio Landini - non presente all'incontro -, il segretario Cgil che, ai tempi della fusione Fca-Psa disse che si trattava di "una opportunità". Oggi, invece, proprio sui giornali del Gruppo Gedi - che già di per sé sono in "guerra" con l'editore John Elkann - dice "La produzione auto in Italia utilizza un terzo della capacità produttiva. Questo è già un chiaro elemento di disimpegno". Nel mirino il piano di uscite incentivate, che a dire di Landini "è di fatto un accompagnamento alla cessazione delle attività o alla chiusura degli stabilimenti. Da anni chiediamo che il governo convochi la proprietà e apra una trattativa con i sindacati per definire gli investimenti e l’impatto sulla componentistica".
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