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La crisi dell'auto

Stellantis, iniziato il vertice al Mimit su Mirafiori: Tavares non c'è. Si "sveglia" anche Landini: "Stanno chiudendo tutto"

Il segretario della Cgil ai tempi della fusione aveva detto che era "una opportunità", adesso attacca (dai giornali di Elkann)

Stellantis, iniziato il vertice al Mimit su Mirafiori: Tavares non c'è. Si "sveglia" anche Landini: "Stanno chiudendo tutto"

E' iniziato il tavolo al ministero sul caso Mirafiori, lo storico stabilimento di Stellantis ormai ai minimi storici, fra cassa integrazione, stop alla produzione e uscite incentivate. Carlos Tavares, ceo del Gruppo, non c'è. Ufficialmente per la policy aziendale di non partecipare a incontri con personalità politiche impegnate in campagna elettorale, come nel caso del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, presente a Roma assieme al sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Al posto del ceo, c'è Davide Mele, responsabile Corporate Affairs del Gruppo.

A Palazzo Fiorentini, sede del Mimit, ci sono il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, oltre ai rappresentanti di Anfia, l'associazione dei fabbricanti italiani dell'automotive, e i delegati sindacali. E proprio dai sindacati arriva una dura presa di posizione sul caso Mirafiori.

A esporla è Maurizio Landini - non presente all'incontro -, il segretario Cgil che, ai tempi della fusione Fca-Psa disse che si trattava di "una opportunità". Oggi, invece, proprio sui giornali del Gruppo Gedi - che già di per sé sono in "guerra" con l'editore John Elkann - dice "La produzione auto in Italia utilizza un terzo della capacità produttiva. Questo è già un chiaro elemento di disimpegno". Nel mirino il piano di uscite incentivate, che a dire di Landini "è di fatto un accompagnamento alla cessazione delle attività o alla chiusura degli stabilimenti. Da anni chiediamo che il governo convochi la proprietà e apra una trattativa con i sindacati per definire gli investimenti e l’impatto sulla componentistica".

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