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Il fatto

Trincerone ferroviario, sale la protesta: «Un altro anno senza risposte»

Tre chilometri di sporcizia. Il consigliere Robella: «E' una situazione vergognosa»

Il trincerone ferroviario di via Sempione

Il trincerone ferroviario di via Sempione

Passa il tempo, eppure lo stato di sporcizia e degrado nell'area del trincerone non fa che peggiorare. Un anno fa, ad aprile, la Circoscrizione 6 approvava un atto con la richiesta formale di pulizia dell'intera ex linea ferrovia abbandonata, estesa per circa tre chilometri tra le vie Gottardo e Sempione, ma nonostante le rassicurazioni ai cittadini non è stato fatto quasi nulla per migliorare lo stato dell'area.

«La situazione ambientale del trincerone è indegna e indecorosa - dichiarava il consigliere del gruppo misto di maggioranza Massimo Robella la passata primavera, riportando le parole dei residenti di Barriera di Milano e Regio Parco -, in vari tratti dell'ex scalo merci sono presenti sacchi di rifiuti abbandonati, frigoriferi, materassi e mobiletti, e il verde cresce in modo selvaggio, ostacolando la visibilità delle auto».

I problemi erano evidenti, ma gli interventi di riqualificazione non sono arrivati, o per lo meno non con l'efficacia necessaria per risolvere la situazione, e alla fine le pessime condizioni del territorio hanno portato all'insorgere di nuovi problemi, tra cui l'incremento del numero di rifiuti gettati all'interno della futura area di costruzione della Metro 2, e la presenza di topi attirati dai cattivi odori. Un vero e proprio "effetto valanga", che potrebbe portare a ulteriori peggioramenti nei mesi a seguire.

«Oggi il trincerone si presenta in condizioni persino peggiori rispetto al passato, è colmo di rifiuti e sembra destinato a peggiorare ancora prima che inizino gli interventi di riqualificazione programmati - ha dichiarato Robella durante l'ultimo Consiglio della 6 -, se anche l'area fosse sotto il controllo di privati, chiediamo nuovamente al sindaco di agire per ripristinare le condizioni ambientali nell'area, così da evitare che il degrado si espanda».

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