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Ambiente & Business
19 Aprile 2024 - 14:00
Anche le barche di lusso diventano green. E il leader mondiale nel settore rivoluziona la sua produzione, allarga lo stabilimento - che diventa 4.0 - e investe 150 milioni di euro. E' questo il piano della Azimut Benetti, produttore numero al mondo nel settore degli yacht oltre i 24 metri.
I dettagli di questa rivoluzione verde sono stati resi noti a Milano, nell'ambito della Design Week, con la presentazione della nuova collezione Seadeck. Il Gruppo della famiglia Vitelli - che comprende i marchi Azimut, Benetti e Lusben e ha sede generale ad Avigliana in provincia di Torino con un utile consolidato che supera i 400 milioni di euro - ha spiegato che spalmerà i 150 milioni di euro su tre anni nautici (da settembre ad agosto) fino al 2026. Circa 100 milioni, spiega l'ad Marco Valle, sono destinati al sito di Avigliana "non solo per implementare il processo produttivo della serie Seadeck, in modo da incrementare la capacità produttiva del 25%, in termini di lunghezza delle barche costruite, ma anche per investimenti sostenibili in ottica di politiche Esg e investimenti destinati allo sviluppo del prodotto".
"Abbiamo studiato il modo - prosegue Valle - di poter costruire e assemblare la barca in Piemonte e poi caricarla smontata su due camion e riassemblarla in Liguria, nell’arco di 10 giorni. Di fatto, il Seadeck viene costruito e testato in piscina ad Avigliana; poi viene divisa la parte di sovrastruttura da quella della coperta; queste vengono caricate su due Tir e portate a Savona, dove abbiamo il centro assistenza e delivery, e rimontate. Sempre a Savona la barca è sottoposta alle prove in mare reali e anche alla verniciatura, quando viene richiesta".
E come il Seadeck, considerato "la punta di diamante", avrà elementi di sostenibilità ambientale - dal sughero al posto del teak, ai motori Volvo Penta hybrid o mild hybrid, al 40% della superficie in carbonio -, così lo stabilimento di Avigliana oltre ad allargarsi diventerà ecosostenibile. A partire dai pannelli fotovoltaici per arrivare una sorta di circular economy con il riciclaggio di parte dei residui di lavorazione della vetroresina e degli stampi, rimettendoli in circolo nell’edilizia".
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