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La sentenza

«Non mi lascia andare a cavallo»: papà condannato dopo l'accusa della figlia

Un 66enne torinese è stato processato per violazione degli obblighi di assistenza familiare

«Non mi lascia andare a cavallo»: papà condannato dopo l'accusa della figlia

Lo accusavano di aver ostacolato la passione più grande della figlia adolescente: andare a cavallo. C'era anche questo fra le contestazioni mosse a un uomo di 66 anni processato a Torino per violazione degli obblighi di mantenimento familiare.

Oggi, venerdì 19 aprile 2024, i giudici hanno inflitto all'imputato una condanna a quattro mesi di carcere. La sospensione condizionale della pena è stata subordinata al pagamento di una somma di denaro da versare come acconto sul risarcimento complessivo da corrispondere alla parte civile.

Il 66enne, un artigiano che lavora come maniscalco, aveva acquistato una scuderia nel Torinese prima di separarsi dalla moglie. In base agli accordi presi nel 2014, però, avrebbe dovuto versare 500 euro al mese e permettere alla figlia, che praticava l'equitazione a livello agonistico, di montare sul suo cavallo quando voleva. Ma la ragazza, oggi 28enne, lo ha accusato in aula fra le lacrime: «Non mi ha mai permesso di cavalcare» ha spiegato, argomentando la sua versione dei fatti con una quantità di episodi e di circostanze. Il suo legale, Giuseppe Gallenca, aveva richiesto un danno da "perdita di chance".

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