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Allarme sicurezza

Scale antincendio e box narcosala per i tossici: «Sigillate gli ingressi»

La denuncia delle ragazze che vivono nel quartiere: «Giriamo con lo spray al peperoncino»

Scale antincendio e box narcosala per i tossici: «Sigillate gli ingressi»

Scale antincendio e box narcosala per i tossici: «Sigillate gli ingressi»

Un piccolo corridoio di fortuna, ricavato tra un supermercato e quella che appare come un’area di cantiere, dà accesso facile a chiunque voglia accedere alla scala antincendio e ai sotterranei di via Principe Tommaso angolo via Morgari. Una porta antipanico, che in realtà si apre anche dall’esterno perché palesemente manomessa. Senza troppe difficoltà, bisogna dirlo. Basta infilare le dita e fare un po’ di pressione, per tirare indietro la porta ed entrare nell’area che dà accesso ai garage.

Una sorta di terra di nessuno, verrebbe da dire. Così la pensano i cittadini del quartiere San Salvario, che vivono a ridosso dei garage (da cui in realtà si dovrebbe accedere con le auto da via Morgari). «Il problema è che da troppo tempo le scale antincendio sono diventate la dimora dei tossici di zona» racconta una ragazza che vive qui a due passi. Molto spaventata, e forse è difficile darle torto.

Già al mattino, prestando attenzione, si notano ubriachi e zombie che vagano avanti e indietro aspettando lo spacciatore di turno. Pusher che in effetti arrivano ed è in quel momento che comincia la contrattazione. Lunga o veloce, a seconda delle disponibilità economiche dell’acquirente. «Io giro sempre con lo spray al peperoncino - ci rivela la ragazza -, perché qui viviamo ostaggio dei tossicodipendenti che urlano, si picchiano tra loro e minacciano i residenti. E quando sono in astinenza cercano anche di derubarli». Sipario che di pomeriggio e di sera si fa ancora più inquietante. «Abbiamo fatto esposti, chiamato le forze dell’ordine ma non sta cambiando nulla. Anzi la situazione peggiora di giorno in giorno».

Quando la porta antipanico viene riparata i tossici non rinunciano al loro covo di fortuna. Ma utilizzando i bidoni dell’immondizia si arrampicano e scavalcano l’inferriata. «Abbiamo chiesto di chiudere quell’accesso, altrimenti non la smetteranno mai di entrare. E noi di vivere nel terrore».

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