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DOSSIER SALUTE

Ora fumiamo di meno, ma aumentano i casi di sovrappeso

La radiografia della nostra società attraverso l’Istat. Una persona su tre ha però paura per il futuro

Dossier Salute

Dossier Salute

I cittadini italiani godono di un benessere equo e sostenibile? A questa domanda cerca di dare risposte l’ISTAT con il consueto Rapporto BES, prendendo in considerazione 152 indicatori ripartiti per 11 domini: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività, qualità dei servizi.
Scegliendo fra questi indicatori quelli che ci sembrano più significativi, analizzando ove possibile il trend dal 2005 e confrontandoli con quelli delle regioni con le quali ci confrontiamo abitualmente, possiamo farci un’idea del benessere equo e sostenibile di cui godono i cittadini piemontesi.
Le fonti da cui sono stati tratti i dati inseriti nel Rapporto BES sono diverse e variano a seconda dei domini analizzati. Le fonti più ricorrenti sono: a) Le rilevazioni ISTAT sulle Forze di Lavoro; b) L’indagine ISTAT sugli aspetti della vita quotidiana; c) L’indagine sul reddito e sulle condizioni di vita delle famiglie (EU, SILC) coordinata da Eurostat.
Speranza di vita
In Piemonte nel 2023 la speranza di vita alla nascita è 83,0 anni, 81,0 per gli uomini, 85,1 per le donne. Rispetto al 2022 la speranza di vita è cresciuta di 7 mesi per gli uomini e di quattro per le donne. Rispetto al 2020, anno del Covid, l’aumento è stato nel primo caso di un anno e 8 mesi; nel secondo di un anno e 6 mesi. La speranza di vita dei piemontesi è in linea con quelle dei residenti in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Eccesso di peso
Nel 2023 il 39,9% della popolazione piemontese con più di 18 anni è in sovrappeso. Rispetto al 2022 la quota è scesa di 3 punti percentuali ed è la più bassa tra le regioni prese a confronto con un divario di 3-4 punti percentuali nei confronti della Lombardia e del Veneto e di 7,6 punti nei confronti dell’Emilia Romagna.


Eccesso di fumo
In Piemonte la quota di fumatori con più di 14 anni si riduce passando dal 21,2% del 2022 al 18,9% del 2023, il valore più basso registrato a partire dal 2005 ed in linea con la quota di fumatori del Veneto (18,4%) e più bassa della quota di fumatori della Lombardia (20,8%) e dell’Emilia Romagna (21,1%).
Eccesso di alcool
L’abitudine al consumo a rischio di bevande alcoliche ha riguardato nel 2023 il 20,0% dei piemontesi. Tale quota è la più alta registrata negli ultimi 10 anni, ma decisamente inferiore ai valori registrati nel periodo 2009-2012 nel quale la quota di piemontesi abituali consumatori di alcool oscillava tra il 24% e il 27%. Nel 2023 in Lombardia e in Emilia Romagna tale quota è più bassa di quella del Piemonte (16,8% e 18,2% rispettivamente).
Sedentarietà
Nel 2023 il 29,1% dei piemontesi con più di 14 anni è sedentario, non pratica cioè sport né continuamente né saltuariamente nel tempo libero. Negli ultimi 3 anni la quota è rimasta invariata ed è più bassa dei valori registrati negli ultimi 17 anni, periodo in cui la quota dei sedentari è salita più volte sopra il 35%. I piemontesi sono comunque più sedentari dei residenti in Lombardia, in Veneto e in Emilia Romagna. In Veneto, in particolare, la quota di sedentari scende al 23%.

CULTURA - QUANTI LEGGONO ALMENO UN LIBRO?
Ancora alta ma in costante riduzione è la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che sono usciti prematuramente del sistema di istruzione e formazione dopo aver conseguito soltanto il titolo di scuola secondaria di primo grado Nel 2023 sono l’8,8%; nel 2018 erano il13,5%.
NEET
Nel 2023 l’11,7% dei giovani che non studia e non lavora rientra suo malgrado nella categoria dei NEET. Rispetto al 2022 la quota di NEET è scesa di 4 punti percentuali passando dal 15,7% all’11,7%. Rispetto al 2017 il calo è stato di 6 punti percentuali. Nonostante questi cali la quota di NEET del Piemonte è ancora leggermente superiore a quella della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna.
LETTURA DI LIBRI E QUOTIDIANI
Nel 2023 il 39,4% dei piemontesi ha letto almeno 4 libri l’anno per motivi non strettamente scolastici o professionali o hanno letto quotidiani almeno tre volte la settimana. Tale quota è scesa di un punto percentuale rispetto al 2022 e risulta notevolmente inferiore alla quota di lettori di libri e quotidiani registrata tra il 2005 e il 2020 quando sfiorava il 50%. Solo in Lombardia la quota di lettori (44,1%) è superiore a quella del Piemonte.
FRUIZIONE DELLE BIBLIOTECHE
Nel 2023 il 13,2% delle persone con più di 3 anni si sono recate in biblioteca una volta nei 12 mesi precedenti l’intervista: una quota superiore di 5,6 punti percentuali a quella registrata nel 2021 ma inferiore a quella registrata nel 2019 (17,2%), anno precedente l’inizio della crisi pandemica. Nelle altre regioni prese a riferimento la quota di persone che nel 2023 si è recata in Biblioteca è superiore a quella del Piemonte, con una punta vicina al 20% in Lombardia.
Partecipazione sociale e attività di volontariato
Nel 2023 il 25,2% dei piemontesi ha partecipato almeno una volta a riunioni di associazioni. di organizzazioni sindacali, professionali o di categoria o a consultazioni o votazioni su problemi sociali. Il 9,1% ha svolto negli ultimi 12 mesi attività gratuita per associazioni o gruppi di volontariato. Si tratta di percentuali più basse fra quelle registrate dal 2005 ad oggi e in linea con quelle registrate nel 2023 nelle regioni prese a riferimento.
Utenti regolari di internet
In Piemonte nel 2023 il 78,9% dei piemontesi con più di 11 anni ha utilizzato Internet almeno una volta a settimana nei tre mesi precedenti l’intervista svolta nell’ambito dell’indagine Istat su gli aspetti della vita quotidiana. Dieci anni fa la quota di utenti era 48,7%; nel 2006 27,9%. Nel 2023 la quota di utenti piemontesi è in linea con quella degli abitanti della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna. Nel 2023 il 67,6% delle famiglie piemontesi dispone di connessione a internet e di almeno un personal computer. In entrambi i casi gli indicatori riferiti al Piemonte sono più bassi di quelli rilevati in Lombardia (73,9%), Veneto (70,9%) e in Emilia Romagna (69,4%).


BENESSERE ECONOMICO
In Piemonte nel 2022 il reddito disponibile lordo pro capite è pari a 23.361 euro. Negli ultimi due anni è cresciuto a prezzi correnti del 12%, al netto dell’inflazione del 2%. In Lombardia e in Emilia Romagna nel 2022 il reddito lordo pro capite è più alto (rispettivamente pari a 25.604 euro e 24.484 euro), in Veneto è più basso (22.366 euro). Secondo le risultanze dell’indagine sul reddito e sulle condizioni delle famiglie promossa dal Parlamento europeo e coordinata da Eurostat, nel 2022 il 13,7% delle famiglie piemontesi è a rischio povertà; il 3,2% è in una situazione di grave deprivazione materiale, il 10,8% si trova in una situazione di grave deprivazione abitativa e il 6,7% in grave difficoltà ad arrivare a fine mese.
Soddisfazione per la propria vita
Nel 2023 il 50,1% dei piemontesi con più di 14 anni ha espresso un punteggio di soddisfazione per la vita tra 8 e 10: una percentuale in crescita rispetto al 2021 e allineata a quelle delle regioni prese a riferimento
Giudizio positivo sul proprio futuro
Nel 2023 il 28,2% dei piemontesi con più di 14 anni ritiene che la propria situazione personale migliorerà nei prossimi 5 anni: una percentuale in linea con quelle degli ultimi due anni. Leggermente più ottimisti si ritengono i residenti in Lombardia, in Veneto e in Emilia Romagna. Il 14,1% dei piemontesi con più di 14 anni ritiene che la propria situazione personale peggiorerà nei prossimi 5 anni: una percentuale di pessimisti in linea con quelle degli ultimi 2 anni e leggermente superiore solo a quella dei residenti in Lombardia (11,2%).
Insoddisfazione per il paesaggio
Nell’indagine condotta dall’ISTAT su “Aspetti della vita quotidiana” il 16,0% dei piemontesi con più di 14 anni dichiara che il paesaggio del luogo di vita è affetto da evidente degrado: una percentuale inferiore a quella del 2022 (17,1%), ma più alta di quelle riferite ai giudizi espressi nelle regioni prese a confronto.

LAVORO
Nel 2023 il tasso di occupazione dei 20-64enni sale al 72,9%, 2 punti in più rispetto al 2021. Un balzo significativo ma non sufficiente per portarsi ai livelli delle altre regioni, superiori al 75% con una punta del 75,9% in Emilia Romagna. In Piemonte nel 2023 il 9,2% dei dipendenti ha una retribuzione inferiore di 2/3 a quella mediana; una percentuale rimasta stabile negli ultimi 2 anni e leggermente superiore a quella delle altre regioni con valori vicini all’8% in Veneto e in Emilia Romagna e al 7% in Lombardia. Il 24,8% degli occupati è sopra istruito, possiede cioè un titolo di studio superiore a quello maggiormente posseduto per svolgere quella professione. Una percentuale rimasta stabile negli ultimi 2 anni e superiore di 2 punti percentuali al valore registrato nel 2019. In Lombardia nel 2023 la quota di sopra istruiti è allineata a quella del Piemonte; in Veneto e in Emilia Romagna è più alta è raggiunge il 28%. L’8,3% degli occupati ha dichiarato di svolgere un lavoro a tempo parziale non avendone trovato uno a tempo pieno. Una percentuale in riduzione a partire dal 2018 anno in cui il part time involontario interessava il 10,9% degli occupati. La crescente difficoltà di conciliare il lavoro con la cura dei figli è messa in evidenza dal rapporto tra i tassi di occupazione delle donne tra i 15 e i 49 anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli. Nel 2023 il rapporto è 82,8%, in miglioramento negli ultimi 2 anni ma ancora inferiore al 2018.


AMBIENTE
Nel 2023 il 71,3% dei piemontesi ha espresso nella consueta indagine Istat su “Aspetti della vita quotidiana” preoccupazione per i cambiamenti climatici e per l’aumento dell’effetto serra: una percentuale in costante crescita (i preoccupati erano il 66,2% nel 2021 e il 60,3% nel 2010). Livelli di preoccupazione elevati e simili a quelli dei piemontesi si riscontrano in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Preoccupazione per la perdita di biodiversità
Nel 2023 il 25,4% dei piemontesi con più di 14 anni ritiene che l’estinzione di specie vegetali/animali sia tra le 5 preoccupazioni ambientali prioritarie: una percentuale in costate crescita negli ultimi 10 anni (era 18,0% nel 2012) e linea con i giudizi espressi nelle regioni prese a riferimento.
QUALITÀ DEI SERVIZI
Nel 2023 3,6 famiglie piemontesi su 100 hanno manifestato in media difficoltà a raggiungere tre o più servizi essenziali (farmacia, Pronto Soccorso ufficio postale, Polizia, Carabinieri, uffici comunali, scuole, asili nido, mercati e supermercati). Una percentuale in calo negli ultimi 2 anni e perfettamente in linea con quelle registrate nelle regioni prese a riferimento.
Irregolarità nella distribuzione d’acqua
Nel 2023 3,1 famiglie piemontesi su 100 hanno denunciato irregolarità nella distribuzione dell’acqua. Una percentuale in calo rispetto al 2022 e leggermente più alta di quelle rilevate nelle regioni prese a riferimento. Nel 2023 solo il 19% degli utenti piemontesi con più di 14 anni ha espresso un voto uguale a 8 per tutti mezzi di trasporto che utilizzano più volte alla settimana. Una percentuale di soddisfatti dei servizi di mobilità in crescita negli ultimi due anni (nel 2021 i soddisfatti erano il 13,6%) ma decisamente inferiore ai valori registrati nelle regioni prese a confronto dove i soddisfatti superano il 25% con una punta del 28,6% in Veneto.

SOCIETA'
Per approfondire leggi anche: Dai dati forniti dall’ISTAT sui risultati dell’indagine condotta su “Aspetti della vita quotidiana”, nel 2023 la fiducia dei piemontesi nella politica e nelle Istituzioni è ancora molto bassa. Il voto medio è insufficiente per partiti (3,4 su una scala da 0 a 10), per il Parlamento (4,7) e per il Sistema Giudiziario (4,8), mentre il voto per le Forze dell’ordine e i Vigili del Fuoco è tradizionalmente più alto (7,4). Voti molto simili a quelle piemontesi si registrano nelle altre regioni prese a riferimento.


CONSIDERAZIONI DI SINTESI
Al termine dell’analisi degli indicatori che abbiamo scelto per valutare il benessere equo e sostenibile dei piemontesi nel corso del 2023, riteniamo utile trarre alcune indicazioni di sintesi iniziando con il porre in rilievo quali dei fattori esaminati hanno influito positivamente sul benessere dei piemontesi tenendoli distinti da quelli che al contrario hanno inciso negativamente.
Fattori che hanno inciso positivamente sul benessere equo e sostenibile dei piemontesi sono:
1. l’aumento della “speranza di vita” dopo il tonfo del 2020 dovuto all’eccesso di mortalità
2. il miglioramento della salute dovuto alla costante riduzione dei fumatori e alla riduzione delle persone in sovrappeso;
3. l’aumento in termini reali di 2 punti percentuali del reddito lordo disponibile tra il 2020 e il 2022;
4. il miglioramento di alcuni indicatori riguardanti il lavoro (aumento del tasso di occupazione, riduzione dei NEET, del part time involontario e dei giovani che escono prematuramente dal sistema di istruzione e di formazione);
5. Il numero contenuto e stabile dei piemontesi vittime di furti in abitazioni, borseggi e rapine;
6. il miglioramento della digitalizzazione dovuto principalmente al costante aumento degli utenti regolari di Internet e dei possessori di personal computer;
7. l’aumento dell’ottimismo sulla propria vita e il prevalere di giudizi positivi sul proprio futuro;
8. la persistente fiducia dei piemontesi nelle Forze dell’Ordine e nei Vigili del Fuoco.
I fattori che hanno inciso negativamente sul benessere equo e sostenibile dei piemontesi sono:
1. il peggioramento della salute dovuto all’aumento del consumo a rischio di bevande alcooliche e all’aumento dei sedentari;
2. l’elevato numero di famiglie a rischio povertà e l’aumento delle famiglie in grave deprivazione abitativa o in grave difficoltà ad arrivare a fine mese;
3. la permanente difficoltà di conciliare il lavoro con la cura dei figli e di ridurre in misura significativa gli occupati sopra istruiti e la quota di dipendenti con bassa paga;
4. l’aumento delle preoccupazioni per i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità;
5. la scarsa fiducia dei piemontesi nei partiti, nel Parlamento e nel sistema giudiziario;
6. l’insoddisfazione per i servizi di mobilità;
7. la quota ancora insufficiente di piemontesi che leggono libri e giornali e fruiscono delle biblioteche.
Dal confronto con il livello di benessere equo sostenibile dei residenti in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna i piemontesi risultano penalizzati in svariati campi anche se in media le differenze non sono rilevanti.
Il confronto è utile soprattutto perché aiuta a individuare gli ambiti dove il Piemonte deve fare molto di più per accrescere il benessere dei propri cittadini e ridurre i divari nei confronti delle regioni con le quali ci confrontiamo abitualmente. Gli ambiti di intervento prioritari, e non nuovi, sono:
1. il lavoro, nonostante i progressi degli ultimi 2 anni;
2. la lotta alla povertà e alla deprivazione abitativa: un ambito quest’ultimo dove i divari con le altre regioni sono rilevanti;
3. il miglioramento dei servizi di mobilità e dei servizi on line da parte dei comuni.
Un ultimo dato infine merita attenzione: la bassissima mobilità verso l’estero dei nostri laureati. Un dato sul quale il “Sistema Piemonte” deve riflettere per individuare le regioni che sono alla base delle profonde differenze fra la mobilità dei laureati piemontesi con quella molto più alta dei laureati in Lombardia, Veneto e in Emilia Romagna.

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