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La denuncia

Chiede i soldi per la benzina e sparisce: chi é la ragazza che truffa i medici delle Molinette

Invia la carta d'identità per convincere le vittime e "strappare" 50 euro alla volta. Come il finto pedone, che è tornato a colpire

Chiede i soldi per la benzina e sparisce: allarme truffe alle Molinette

«Scusa, mi puoi dare qualche euro per fare benzina e tornare a Pinerolo? Poi te li restituisco su Satispay». L'appello comincia sempre così, lanciato da una ragazza che si presenta come Alessia. E i destinatari sono spesso medici e infermieri che lavorano alla Città della Salute e parcheggiano nei dintorni, che credono alla buona fede della ragazza e cadono nel tranello: «Io le ho dato 50 euro, poi ho realizzato che mi aveva truffato - ammette Simone Pizzini, giovane medico delle Molinette - Quando sono andato a fare denuncia, ho scoperto che era la ventesima soltanto nel 2024. Poi tanti colleghi mi hanno detto di aver commesso lo stesso errore».

Il dottor Pizzini è stato raggirato alle 16.30 del 2 maggio e, oltre a denunciare, ha deciso di rendere pubblico quello che gli è successo per mettere in guardia altre persone: «Dopo due turni in guardia medica, stavo andando a recuperare l'auto nel parcheggio sterrato davanti al Regina Margherita - ripercorre - Si è avvicinata questa ragazza, carina e ben vestita. Sembrava davvero in difficoltà». Ma era solo una finta: «Diceva che doveva arrivare fino a Pinerolo, che era rimasta senza benzina e che il distributore non le prendeva il bancomat. Allora stava girando a chiedere anche solo 20-30 euro per arrivare fino a casa. Io sono stato "sfortunato", avevo solo una banconota da 50 e gliel'ho data». Non si è reso conto che non li avrebbe più rivisti? «Continuava ad assicurarmi che me li avrebbe restituiti subito con Satispay, le ho chiesto di farlo davanti a me e lei mi ha mostrato un messaggio sul telefono in cui si diceva che l'Unicredit aveva inviato i soldi via bonifico». E' bastato a convincere il medico: «Continuava a dirmi "Sei un angelo, stai tranquillo che adesso i soldi ti arrivano". Mi ha anche dato il numero di telefono e mandato una foto della sua carta d'identità». Peccato che i 50 euro non sono mai rientrati: «Ho provato a scrivere nome e cognome su internet e sono usciti dei post Facebook di gente che era stata raggirata allo stesso modo, con 70-80 persone che confermavano nei commenti. Per questo ho denunciato e ho deciso di rendere pubblica la vicenda: tanta gente si vergogna, invece io vorrei fermare questa ragazza. Lo dico anche per lei: se manda il documento, è perché è tranquilla e sa che non le succede niente. Ma io sono preoccupato che qualcuno si faccia giustizia da solo».

Così sono venute fuori tutte le denunce che Alessia ha ricevuto in passato, anche da parte di altri medici: «Molti colleghi mi hanno detto di essersi trovati nella stessa situazione. A questo punto credo che ne parlerò con la direzione della Città della Salute perché faccia girare la notizia e metta in guardia tutti i dipendenti».

La ragazza, intanto, si è rivolta all’avvocato Andrea Giovetti, che replica alle accuse: «Al momento non ci sono arrivate comunicazioni in merito a queste denunce e lei nega ogni responsabilità».

Ma questa Alessia non è l'unica che prova a spillare soldi sulle strade torinesi. Anzi, sono sempre di più quelli che ci provano. Il vero "genio della truffa" resta Filippo Cardullo, che continua a colpire un po' ovunque. E non si ferma neanche di fronte a denunce e processi. D'altronde è sempre fuori dal carcere, quindi sempre libero di fingere di essere stato investito e di chiedere i soldi del risarcimento: così riesce a raggirare professionisti, pensionati e avvocati preoccupati di aver fatto male a una persona con la loro auto.

Negli ultimi mesi ha ricevuto una lunga serie di denunce da parte di persone che lo hanno riconosciuto e hanno capito di essere stati fregati anche grazie agli articoli pubblicati su TorinoCronaca. Infatti è scattata una nuova denuncia da parte dei carabinieri, l'ennesima per il professionista della truffa: soltanto giovedì Cardullo era imputato in due processi per cui aveva ricevuto una citazione diretta a giudizio. Uno raccoglieva quattro episodi, l'altro addirittura 15. L'accusa? Truffa, ovviamente.

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