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IL CONVEGNO

C’è il nuovo accordo con i medici di base: «Cure 7 giorni su 7»

L’annuncio di Cirio durante l’incontro “La filiera della salute: una priorità per il Piemonte”

Il convegno all'hotel Principi di Piemonte

Il convegno all'hotel Principi di Piemonte

Medicina d’urgenza, assistenza domiciliare, pazienti cronici e razionalizzazione delle risorse da spendere nel comparto sanitario. Questi e tanti altri temi sono stati affrontati durante il convegno “La filiera della salute: una priorità per il Piemonte”, che si è tenuto questa sera, nell’elegante cornice dell’hotel Principi di Piemonte di Torino. In una sola sala si sono riunite le tante anime della sanità piemontese.

Ne è emerso un quadro composito, in cui convivono realtà diverse «con problematiche non omogenee», come ha sottolineato Giancarlo Perla presidente dell’Aiop (Associazione italiana ospedaliera privata), tra i relatori invitati al tavolo moderato dal direttore di TorinoCronaca, Beppe Fossati. E non è un caso che il presidente della Regione Alberto Cirio, abbia scelto proprio questa occasione, per annunciare la chiusura di un nuovo accordo con i medici di medicina generale. «L’ho appena firmato» fa sapere, prendendo parte all’incontro. «Ci permette di integrare il lavoro dei medici di base con quello della guardia medica, in modo tale da coprire una fascia oraria che va dalle 8 alle 20, sette giorni su sette. È il primo vero tassello della rivoluzione della medicina territoriale».

Il punto di partenza della riflessione sono stati i dati sulla sanità piemontese forniti da Ires. Nell’aprire i lavori, il presidente Michele Rosboch ha sottolineato la centralità della filiera che, in Piemonte, conta un fatturato da 5,3 miliardi di euro e circa 158mila addetti solo nel settore privato. «Per quanto riguarda i servizi serve collaborazione tra pubblico e privato» l’invito di Rosboch. «Parliamo di questi ambiti in termini di filiera» ha aggiunto.

Partiamo dunque da quella che in molti definisco il “nodo centrale dell’ospedale”: il pronto soccorso. «I dati ci dicono che stanno aumentano i passaggi in pronto soccorso» spiega la dottoressa Andriana Boccuzzi, primaria di medicina d’urgenza all’ospedale San Luigi. «Il Piemonte è una delle regioni con il più alto numero di accessi. È un dato che non può essere ignorato e su cui è richiesta massima attenzione». Allo stesso modo, non può essere sottovalutato l’andamento demografico della regione, con un tasso sempre più alto di anzianità. «Ci preoccupa la solitudine a domicilio» avverte Antonino Cotroneo, direttore del dipartimento di geriatria Asl Città di Torno, che non manca di evidenziare anche una sempre maggiore incidenza delle fragilità cognitive. «Manca il substrato domiciliare di gestione dei pazienti» avverte.

Mentre Fabiano Zanchi, direttore delle professioni sanitarie, invita a una migliore razionalizzazione delle professioni. «Dobbiamo ragionare in termini di nuovi modelli organizzativi» suggerisce. Parla di «setting di risposte» anche per quanto riguarda l’assistenza socio sanitaria Amedeo Prevete, presidente Uneba Piemonte. Tocca invece apertamente il tema delle risorse Perla: «Dobbiamo ragionare sulla sostenibilità del sistema. Non serve aumentare le risorse, ma razionalizzarle verso un obiettivo».

Ha in mente un modello chiaro per la sanità piemontese, Gian Luca Vignale, candidato alle elezioni regionali nella lista civica del presidente Cirio. «Il modello Dirmei che abbiamo usato per quasi due anni di pandemia ha funzionato bene» spiega. «C’era una filiera forte di comando chiara, che metteva intorno a un tavolo tutti i soggetti chiamati ad agire. Credo che sia un modello che va mantenuto e replicato».

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