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IL CASO

Conte deriso dai vertici dell'Unione Europea. «Io professore...», ecco cosa è successo

Giuseppi e le sue introduzioni solenni: ironia e siparietti al vertice europeo

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte

«Io, in quanto professore di diritto internazionale, devo dirvi...». A parlare era l’allora premier italiano Giuseppe Conte. Il contesto è quello del summit europeo. A svelare i vezzi un po’ vanesi del presidente Giuseppi è stato Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea dal 2014 al 2019. Una nota di colore che lascia trasparire un lato del carattere di Conte ben noto agli italiani, che non si pensava fosse trapelato così lontano da casa.

Intervistato dal Sole 24 Ore, l’ex presidente della Commissione europea ha raccontato come Conte fosse solito iniziare i suoi interventi con la frasi che riguardavano la sua carriera da professore di diritto internazionale. Questo incipit, diventato proverbiale, pare divertisse (e forse un poco infastidiva) gli altri leader europei. Juncker ha infatti dipinto un quadro molto vivace di questi incontri, rivelando che l’approccio di Conte, a lungo andare, aveva indotto altri capi di governo a fare dell’ironia su di lui. Il premier svedese Stefan Löfven, ad esempio, aveva iniziato a introdurre i suoi interventi con: «Io, in quanto idraulico, devo dirvi...», imitando il tono solenne di Conte. Anche il premier bulgaro Boyko Borisov si era unito alla parodia, esordendo con: «Io, in quanto pompiere, devo dirvi...». Questi siparietti, racconta Juncker, inizialmente strappavano sorrisi, ma, col tempo, avevano iniziato a infastidire per la loro ripetitività e per il contesto formale in cui si verificavano. Nonostante tutto, Juncker ha sottolineato come ci fosse una certa simpatia nei confronti di Conte tra i leader europei, anche se il suo modo di ostentare i propri titoli veniva spesso accolto con ilarità.


Non poteva mancare poi un aneddoto riguardante Matteo Renzi. Pare che, durante un vertice del G20 a Brisbane nel 2014, i due ebbero un acceso scontro verbale sul bilancio del governo italiano. Juncker ricorda l’episodio come un momento di forte tensione, ma riconosce a Renzi la capacità di ascoltare, nonostante l’atteggiamento provocatorio del suo interlocutore. Da parte sua, Renzi ha confermato la durezza del confronto, ma ha smentito categoricamente qualsiasi contatto fisico, precisando che lo scontro fu esclusivamente verbale. Questi racconti aggiungono nuovi dettagli al ritratto del leader italiano sulla scena internazionale.

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