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In manette
30 Maggio 2024 - 14:06
Loro hanno colpito in pochi secondi, mandando le loro vittime in ospedale per portargli via soldi e cellulare. Per rintracciarli, invece, gli investigatori hanno avuto bisogno di sei mesi di analisi delle telecamere di sorveglianza e di ricerche in Sari, il sistema di riconoscimento facciale. Un lavoro approfondito e certosino, aiutato dal software in grado di comparare i volti riconoscibili dalle telecamere stradali e di sicurezza con quelle dei social network: Sari ha una banca dati di 16 milioni di immagini, grazie a una ricerca computerizzata nella banca dati Afis e a due algoritmi di riconoscimento facciale, è in grado di fornire un elenco di immagini ordinato secondo un grado di similarità. Nell'ipotesi di un "match" è poi necessaria una comparazione fisionomica da parte di personale specializzato della Polizia Scientifica.
E' anche grazie a questo sistema che i poliziotti del commissariato Dora Vanchiglia sono riusciti a eseguire la custodia cautelare in carcere di un 21enne e di un 23enne marocchini accusati di una rapina aggravata in concorso, avvenuta in corso Giulio Cesare lo scorso 24 novembre: secondo quanto raccontato dalle vittime, due ragazzi di origine cinesi, tre rapinatori li hanno aggrediti mentre stavano tornando a casa. Pugni e calci per prendere denaro e telefono cellulare, con cui hanno spaccato il naso ai rapinati: finiti entrambi in ospedale, hanno avuto prognosi di 15 e 40 giorni.
Intanto sono partite le indagini per risalire agli aggressori, proprio grazie a telecamere, analisi dei vestiti e riconoscimento facciale. Così i poliziotti ne hanno rintracciati due, entrambe "vecchie conoscenze" con precedenti penali per spaccio. E ora è scattata l'ordinanza e la custodia cautelare in carcere mentre gli investigatori continuano la "caccia" al terzo rapinatore.
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