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ELEZIONI
07 Giugno 2024 - 07:00
Elezioni regionali in Piemonte
Alla vigilia del voto, la macchina elettorale del Piemonte è pronta. Reclutati gli scrutatori, oggi le schede verranno distribuite nei vari seggi e per i candidati presidente è l’ultima occasione per lanciare un appello al voto. È la fine di una campagna elettorale che in tanti hanno definito «atipica», «grigia», e che ora vede il presidente uscente Alberto Cirio e i suoi quattro sfidanti pronti al rush finale. La coalizione di centrodestra è data, da mesi, ampiamente in vantaggio. Tanto che c’è chi ipotizza che anche Torino - storico fortino della sinistra - possa cadere sotto l’ondata di voti della riconferma del governatore. Se non un vero e proprio sorpasso, si ipotizza un accorciamento delle distanze tra Cirio e la candidata del centrosinistra Gianna Pentenero che ha cercato, in due mesi di campagna, di rosicchiare qualche punto all’avversario. Non a caso la segretaria nazionale dem Elly Schlein è venuta a Torino due volte nell’ultimo mese e mezzo. In gara c’è poi l’ex capogruppo dei Cinque Stelle in Regione, Sarah Disabato, che da giorni viaggia in lungo e in largo per distribuire volantini. A distanza (in termini di punti nei sondaggi) seguono i candidati di Piemonte Popolare Francesca Frediani e l’avvocato delle lista anti sistema Libertà, l’avvocato Alberto Costanzo.
L'APPELLO AL VOTO DI ALBERTO CIRIO - «Il diritto alla salute è primario. Non lasciamo indietro nessuno»
Abbiamo guidato il Piemonte negli anni difficili della pandemia. L’abbiamo affrontata e ne siamo usciti meglio e prima di altre Regioni, come ricordato dal generale Figliuolo, con una sanità che si è dimostrata straordinaria nel salvare le vite ma arrivava da almeno dieci anni di tagli di risorse, riduzione di posti letto e personale, con liste d’attesa sempre più lunghe e ospedali sempre più affollati. In questi 5 anni abbiamo invertito la tendenza: rispetto al 2019 abbiamo 1.400 posti letto in più e nella nostra sanità lavorano oltre 2.200 persone in più. Sappiamo bene che non basta e a ottobre potremo finalmente cambiare il sistema unico di prenotazioni, ereditato dal centrosinistra, finora non potevamo modificare perché c’era un appalto assegnato. Sappiamo già come fare: esami e visite 7 giorni su 7, anche al pomeriggio, appuntamenti vicino a casa e se il posto non c’è subito, arriva l’sms non appena è disponibile. L’abbiamo fatto per i vaccini per salvare vite dal Covid e lo faremo anche le liste d’attesa, perché il diritto alla salute per noi è la prima cosa e non lasciamo indietro nessuno. Continueremo a lavorare per garantire a tutti assistenza, scuola e maggiore sicurezza. Per chi si trova in cassa integrazione da più di sei mesi, abbiamo previsto un’integrazione del 50 per cento, perché una famiglia non può vivere per anni con 800 euro al mese. In questi cinque anni abbiamo lavorato per dare un’altra velocità al Piemonte che è finalmente tornato a crescere. Ora siamo pronti per le sfide dei prossimi anni, con la forza della coalizione di centrodestra determinata a lavorare per il bene di tutti i Piemontesi.
Secondo gli analisti, l’affluenza alle elezioni Europee del 2024 potrebbe passare alla storia come la più bassa di sempre. Con una partecipazione anche inferiore al 50%. Basti pensare che nel 1979, la prima volta al voto per il Parlamento europeo, l’affluenza fu dell’85 %. Il record negativo, al momento, è quello del 2019, con il 54% di votanti a livello italiano. «In Piemonte possiamo aspettarci un’affluenza leggermente più elevata rispetto al resto del Paese» commenta Lorenzo Pregliasco, analista politico di YouTrend.
L'APPELLO AL VOTO DI GIANNA PENTENERO - «Affidate la Regione a persone capaci e competenti come noi»
I piemontesi e le piemontesi devono votare il centrosinistra perché è fondamentale affidare l’amministrazione pubblica a persone capaci e competenti. Chi ha amministrato la Regione in questi cinque anni non è stato all’altezza delle sfide e non è stato capace di risolvere i problemi dei cittadini, negando loro diritti fondamentali, primo tra tutti quello alla salute. Vogliamo ridare ai piemontesi speranza e idee chiare per il futuro; non si tratta solo di un programma di governo, ma di un progetto che indica la via da seguire per promuovere uno sviluppo forte, sostenibile e inclusivo, definendo e dettagliando principi e politiche concrete. Oltre ad analizzare e proporre soluzioni per i problemi concreti dei piemontesi, vogliamo proporre una visione chiara del futuro: vogliamo che i diritti economici e sociali siano maggiormente tutelati, che si riducano drasticamente le disuguaglianze, che la questione climatica venga affrontata seriamente. Vogliamo un Piemonte che si prenda cura delle persone e che sostenga i progetti di vita delle famiglie. Vogliamo un Piemonte connesso, dove sia facile spostarsi all’interno della Regione e collegarsi all’Europa con trasporti gratuiti fino ai 25 anni come sostegno al diritto allo studio. E poi un Piemonte che attiri lavoro e lavoratori. Il Piemonte del lavoro e dell’impresa che immaginiamo è una Regione che investe nella digitalizzazione dei processi produttivi, nell’automazione e nell’implementazione di soluzioni innovative per migliorare l’efficienza, la qualità e la flessibilità. Tuttavia, dobbiamo tutelare l’elemento più importante: i lavoratori e coloro che fanno impresa. Dobbiamo voltare pagina.
«Tradizionalmente il Piemonte è una regione che vota un po’ più della media nazionale, soprattutto per quanto riguarda le Europee - spiega -. E poi c’è da tenere in conto che quasi 2/3 dei Comuni piemontesi andranno a votare per il sindaco. Vale a dire che più del 40% della popolazione della nostra regione sarà chiamata alle urne l’8 e il 9 giugno. E poi ci sono le elezioni Regionali». In altre parole: è plausibile che un calo dell’affluenza rispetto a cinque anni fa si registri anche in Piemonte, ma sarà più contenuto a confronto della media del resto d’Italia. «Ci aspettiamo un’affluenza intorno al 60% in Piemonte, a fronte di un dato nazionale che si stima essere intorno al 50%» pronostica ancora Pregliasco.
L'APPELLO AL VOTO DI SARAH DISABATO - «Chiedo ai piemontesi di darmi fiducia. Cambiamo insieme»
Alle elezioni dell’8 e 9 giugno il Piemonte si giocherà il suo futuro. È con questa consapevolezza che ho accettato di candidarmi a presidente della Regione per il Movimento Cinque Stelle, essendo ben conscia di quanto sia grande, soprattutto oggi, la responsabilità di chi è chiamato a governare. Non sono sola. Al mio fianco ho una squadra di tante persone che da dieci anni condividono con me il percorso politico. Ho sempre creduto nell’importanza dei valori e delle idee. Idee e valori con i quali ci candidiamo a cambiare il volto del nostro Piemonte, per proporre un’alternativa a decenni di governo di centrosinistra e di centrodestra. Due facce della stessa medaglia. Vogliamo dirlo con chiarezza: noi siamo altro. Noi abbiamo fatto della difesa dei diritti il faro della nostra azione politica. Diritti che spesso in Piemonte non vengono tutelati e garantiti in modo adeguato. Il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto a vivere in un ambiente sano, il diritto ad un trasporto pubblico efficiente, il diritto al benessere sociale, i diritti degli animali, i temi della cultura, della legalità e delle pari opportunità. C’è tanto da fare, lo sappiamo. Lo faremo, come al solito, lavorando fianco a fianco ad associazioni, sindacati, comitati, imprese, lavoratrici e lavoratori, professionisti di ogni settore. Ciò che chiedo ai piemontesi e alle piemontesi è di darci fiducia. Fiducia nel cambiamento. Perché, dopo anni di malgoverno, il Piemonte merita un’alternativa per tornare a credere nel futuro. Quell’alternativa per il Piemonte ha un nome chiaro ed è il Movimento Cinque Stelle.
Per quanto riguarda il risultato delle Regionali invece, i dubbi sono ben pochi. «Il centrodestra è considerato ampiamente favorito» conferma l’analista. «C’è stata una finestra temporale, dopo il risultato delle regionali in Sardegna in cui si è pensato che potesse cambiare il clima. Si intravedeva la proposta unitaria del campo largo Pd-M5s - prosegue -. Ma quell’ipotesi è subito tramontata. Anche la natura sottotono di questa campagna elettorale sembra essere espressione di quell’esperimento fallito. Quella del Piemonte non è percepita come una partita in gioco o contendibile». Appare in ogni caso non scontato il risultato delle singole liste che compongono la coalizione del centrodestra. «Attenzione alla lista civica del presidente Cirio» avverte Pregliasco, «potrebbe scombinare le carte in tavola e togliere voti a Forza Italia».
L'APPELLO AL VOTO DI FRANCESCA FREDIANI - «Mettiamo i giovani e la pace al centro delle politiche regionali»
L’appuntamento con le urne del prossimo fine settimana riguarda ognuno di noi. In un contesto storico in cui la minaccia della guerra è più che mai concreta, occorre assumersi la responsabilità di dare un forte segnale alla politica, ribadendo che il nostro Paese non può considerare altra alternativa che la pace. Si potrebbe pensare che questi temi non abbiano attinenza con le elezioni regionali, ma sappiamo bene che le scelte che si compiono ad ogni livello contribuiscono a costruire percorsi precisi. È il caso dell’aumento degli investimenti nell’economia bellica, anche attraverso l’insediamento sul territorio piemontese di produzioni “dual use”, utili sia a scopi civili che a scopi militari. Piemonte Popolare respinge con determinazione questa svolta nella nostra economia e ribadisce la necessità di utilizzare i fondi pubblici nella sanità, nell’istruzione, nella mobilità sostenibile, nella sicurezza sul lavoro e nella salvaguardia dell’ambiente. Il nostro obiettivo primario è restituire una prospettiva di futuro ai giovani, mettendoli al centro delle politiche regionali attraverso iniziative dirette al contrasto alla disoccupazione, al disagio mentale, alle dipendenze. Nella società che abbiamo in mente non c’è spazio per una sanità riservata solo a chi può permetterselo, per la devastazione delle grandi opere inutili, per un lavoro sottopagato che toglie dignità alle persone, per la repressione del dissenso.Siamo l’unica proposta realmente fuori dal sistema, in un panorama politico che vede una continuità nell’azione portata avanti negli anni da chi ha governato. Stavolta i cittadini possono scegliere l’alternativa e non l’alternanza.
Resta l’incognita Torino. «Sarà interessante osservare la geografia del voto nel capoluogo per capire se Cirio avrà un appeal in quelle zone che alle comunali del 2021 hanno mostrato un trend positivo per Paolo Damilano. Penso ad alcune zone borghesi storicamente di centrodestra. Se Cirio si dovesse avvicinare a Pentenero avrebbe un valore simbolico alto». Per quanto riguarda le Europee, su Torino, ci si può aspettare un dato positivo per il Partito democratico e i partiti di centro, Stati Uniti d’Europa e Azione. «Mi aspetto un buon risultato anche da parte di Alleanza Verdi Sinistra» conclude Pregliasco. «Fratelli d’Italia e Lega, invce, partono svantaggiati nel capoluogo piemontese rispetto alla spinta di cui godono a livello nazionale».
L'APPELLO AL VOTO DI ALBERTO COSTANZO - «I partiti tradizionali hanno fatto danni, vota al lista antisistema»
Libertà non è un partito bensì un raggruppamento di movimenti anti-sistema e si rivolge indistintamente a tutti i cittadini consapevoli dei guasti provocati dai partiti tradizionali. Oggi i partiti tradizionali non rappresentano più il popolo bensì rappresentano solo se stessi, il loro affarismo e i loro interessi. La lista Libertà offre l’opportunità di portare una visione alternativa, veramente popolare, nelle stanze del potere e di dare concretezza alla definitiva condanna di questa classe politica. Il voto dato a Libertà è il modo per limitarne il potere e impedire, anche con l’introduzione di strumenti di democrazia diretta, decisioni arbitrarie calate dall’alto. Le priorità del nostro programma sono: lavoro e occupazione, in un’epoca segnata da precarietà economica in cui la disoccupazione e la sottoccupazione sono una piaga sempre più diffusa; diritti e libertà; salute e ambiente, che purtroppo sono temi caldissimi ed all’ordine del giorno a causa del disastro della sanità pubblica. Noi auspichiamo una maggiore presenza dell’ente pubblico nell’economia, al fine di produrre occupazione e sviluppare il territorio, e naturalmente siamo consapevoli che bisogna creare a tal fine le risorse necessarie. Questo obiettivo è raggiungibile mediante l’introduzione di una moneta locale regionale, poiché l’ampliamento della base monetaria, aumentando i traffici e producendo ricchezza, consente di ottenere un effetto espansivo sull’economia e quindi anche maggiori risorse per l’ente pubblico che può in tal modo finanziare i suoi interventi. Da ultimo ci tengo a ricordare la presenza, nella coalizione Libertà, anche di movimenti autonomisti.
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