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ARRIVA PINKROAD

Ora c'è l'App contro gli stupri: per le donne Torino è più sicura

La community è stata creata da tre giovani che vivono in città

Ora c'è l'App contro gli stupri: per le donne Torino è più sicura

Giulia, Matteo e Simone

Donne che si incontrano per percorrere insieme un tratto di strada. È l’idea di Giulia Sorriento, che insieme a Matteo Barone e Simone Testagrossa ha creato “PinkRoad”: un progetto innovativo dedicato completamente alle donne. La start-up, ideata e in fase di realizzazione a Torino, ha come obiettivo quello di mettere in contatto tra loro donne che devono compiere tragitti più o meno lunghi e che non vogliono farlo da sole.

Le utenti potranno registrarsi sull’app dal logo rosa e trovare una compagna per muoversi insieme. E se non vi fosse nessuna disponibile, è garantito un servizio di assistenza da remoto. Diverse sono le realtà nate con questa stessa missione, finora tutte però con operatori e operatrici da remoto: PinkRoad invece punta a creare una community fisica, dove le donne si incontrano dal vivo e insieme affrontano il problema della sicurezza per strada. Ambiziosa e curata nei minimi dettagli, una volta terminata la fase sperimentale, l’app avrebbe tutte le carte in regola per essere “esportata” ben oltre i confini nazionali. «Sono anni che ascolto le mie amiche e le vicende di cronaca che narrano di molestie per strada. Radunando un campione di donne e parlandone, il ritratto che ne esce è preoccupante: la percentuale che non ha una storia da raccontare in merito è bassissima», comincia Giulia, 28 anni. «Stiamo cercando finanziatori per il nostro progetto: vogliamo infatti realizzare un’app scaricabile su smartphone».

Un’app sicura, in quanto le “pinkers” per potersi iscrivere dovranno utilizzare i propri documenti di identità ed inserire lo Spid: tutte le utenze saranno verificate. È un metodo per impedire che uomini con cattive intenzioni ne approfittino per trovare donne sole, offrendo così a queste ultime una protezione maggiore. Sarà inoltre possibile lasciare delle recensioni dopo aver condiviso l’esperienza con altre iscritte: «Permetteranno di scegliere con cura le tue perfette compagne di viaggio per un tragitto a piedi, in taxi o sui mezzi», come si legge sul sito www.pinkroad.it, piattaforma che ad oggi conta migliaia di visitatori che, tra impazienza e curiosità, attendono l’arrivo di questa creatura.

Chattare in tempo reale con le altre utenti, registrare la propria posizione tramite la geolocalizzazione, prenotare un servizio di taxi o car-sharing: servizi che, condivisi con altre donne e ragazze, risulteranno meno dispendiosi, economicamente parlando. Infine, PinkRoad punta anche a mettere in contatto persone con interessi simili e quindi a favorire la creazione di nuovi rapporti di amicizia. La fase di sperimentazione è già cominciata: lo scorso luglio diverse donne hanno partecipato a un incontro al Comala, locale vicino al centro. L’obiettivo finale di PinkRoad? Diventare inutile. Le informazioni raccolte durante la fase di sviluppo del progetto hanno permesso di identificare le aree della città dove le donne si sentono maggiormente in pericolo. «La verità è che non esiste un luogo completamente sicuro. Il nostro intervento è concreto, ma non risolve il problema: non possiamo credere che l’unico supporto per le donne sia la solidarietà femminile. È necessario un cambiamento culturale».

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