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Torino Pride

Pride, Michele Bravi chiude la festa in piazza Vittorio. Ma scattano i boicottaggi

I radicali non sfilano per "la discriminazione verso le persone ebree"

Pride, Michele Bravi chiude la festa in piazza Vittorio. Ma scattano i boicottaggi

Anticipato da uno “tsunami” di polemiche, oggi, anche sotto la Mole sfilerà il Pride. Sotto i colori della bandiera arcobaleno ci sarà anche un ospite d’onore, ovvero, Michele Bravi, il cantautore che, undici anni fa, vinse “X Factor” e che non ha mai avuto paura di mostrare se stesso senza censure, diventando un emblema sincero e coraggioso. Bravi sarà in piazza Vittorio Veneto e salirà sul palco per concludere una manifestazione a cui, però, non parteciperanno tutti a causa dell’adesione alle proteste a favore di Hamas e della Palestina.

Il boicottaggio  di radicali e ebrei: "C'è aria di antisemitismo"

Non era mai capitato prima, almeno, da quando esiste il Pride. I radicali torinesi per la prima volta non parteciperanno al Pride in programma domani, sabato 15 giugno. La decisione è stata presa per «supportare il grido d’allarme» dell’associazione ebraica queer Keshet Italia «sull’atteggiamento escludente dei pride nei confronti delle persone ebree». Fra le sigle che per gli stessi motivi non saranno presenti al Torino Pride figurano anche +Europa Torino, Radicali Italiani, Italia Viva Torino, Associazione Marco Pannella di Torino, Associazione Italia Israele, e Gruppo Sionistico Piemontese.«La scelta – spiega Lorenzo Cabulliese, coordinatore dell’associazione Aglietta – quest’anno rimarca il chiaro posizionamento del Coordinamento Torino Pride che non cita né riconosce solidarietà alle persone Lgbt ebree e israeliane, e annovera solamente quelle palestinesi, facendo sentire gli ebrei non graditi. Senza inoltre nulla dire sul fatto che in Israele i pride sono la regola mentre in ogni altro paese circostante sono assolutamente banditi. E ancora – aggiunge Cabulliese – manca il sostegno alla democrazia e resistenza ucraina e al battaglione unicorno, i soldati Lgbt Ucraina, che con coraggio difende i propri confini e i propri diritti. Anche qui nessuna differenza tra chi i pride li difende e chi vieta e discrimina l’omosessualità come il regime del Cremlino». Furiosa la comunità ebraica. «Non è più tollerabile l'antisemitismo che minoranze politicizzate stanno instaurando nel nostro Paese» aggiunge il direttore del Museo della Brigata Ebraica, Davide Romano, dopo che le stesse divisioni sono state registrate anche a Milano.

Già, “D’amore e di lotta - Love and Struggle” sarà lo slogan che in sintesi caratterizzerà il manifesto politico dell’appuntamento, andando fin oltre il significato. «Quest’anno il Pride ha un significato ancora più importante» ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo. «In questo momento, cioè, molto delicato in Europa, nell’ambito dei diritti civili, dove la destra xenofoba incide pesantemente». E ribadisce, inoltre, che la questione della genitorialità è tra le priorità di Palazzo Civico. « Tutti devono aver diritto a diventare genitori, noi sindaci ci stiamo muovendo, ma bisogna farlo in un quadro di regole: la battaglia in questo senso non si vince nei tribunali, ma in Parlamento. Servono delle leggi chiare».

Il corteo partirà da corso Principe Eugenio alle 16.30 per poi percorrere corso San Martino, via Cernaia, via Pietro Micca, piazza Castello, viale dei Partigiani, corso San Maurizio, lungo Po Cadorna per approdare in piazza Vittorio Veneto. La festa ufficiale, invece, si svolgerà nei cortili del Centralino a partire dalle 20.30. «Vogliamo rivendicare con forza - ha detto Luca Minici, coordinatore del Torino Pride - tutte le nostre forme d’amore e di relazione, qualunque geometria abbiano, e dire chiaramente a chi ci vorrebbe muti e invisibili che siamo qui per restare e per lottare, con tutte le nostre sfumature e con tutto il nostro coraggio, per difendere il nostro diritto a esistere. È questa la lotta, ed è anche l’amore fra le lotte, l’intersezione fra le istanze e le rivendicazioni, che ci spinge a scendere in piazza e nelle strade per pretendere una società migliore per tutte le persone. Perché i diritti che non sono per tutti hanno un altro nome: si chiamano privilegi». La candidatura di Torino per ospitare l’Europride 2027 è stata inoltre ufficializzata e sarà votata a Porto a novembre.

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