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La crisi dell'auto
10 Luglio 2024 - 14:49
Sono 125 anni di Fiat, 125 anni da quando Giovanni Agnelli, il Senatore, assieme ad altri imprenditori e nobili, firmò l'atto di costituzione della Fabbrica Italiana Automobili Torino. Ma qual è il futuro, adesso, proprio per Torino, in particolare per Mirafiori? Ora che Fiat, dopo essere stata Fca, è uno dei quindici marchi del colosso Stellantis? A rispondere, sarà direttamente John Elkann, che potrebbe cogliere l'occasione per un "vertice di pace" con il ministro Adolfo Urso, atteso a Torino. Un incontro che sarebbe di grande importanza chiarificatrice, dopo le assenze del ceo Carlos Tavares al Tavolo per l'Automotive.
La data è quella di domani, giovedì 11 luglio, alle 16.45. Si tratta di un evento chiamato Smiling to the Future ed è organizzato per la celebrazione dei 125 anni della Fiat. Si svolgerà nella Pinacoteca Agnelli, dove sarà allestito e presentato un nuovo spazio chiamato Casa Fiat, e a fare gli onori di casa sarà Olivier Francois, ceo del brand Fiat. Il quale presenterà la Fiat Grande Panda, l'erede elettrica e ipertecnologica del leggendario modello da 8 milioni di esemplari venduti, opera di Giugiaro.
Ci sarà John Elkann, al quale toccherà fornire le indicazioni sul futuro del Gruppo (e di Torino) e presentare le scelte strategiche per la produzione, in particolare Mirafiori. L'altro giorno, come vi abbiamo riferito qui, a fronte dei dati diffusi sul crollo della produzione in sei mesi, dal Gruppo era stato detto chiaramente che esistono strategie e piani per investimenti e ricadute occupazionali proprio su Torino. A partire dal GrEEn Campus che cambierà il volto di Mirafiori, all'implementazione della produzione delle trasmissioni eDTC per equipaggiare i trenta modelli ibridi sul mercato entro l'anno e naturalmente la nuova Fiat 500 Ibrida, che sarà prodotta a Mirafiori.
Ancora top secret l'elenco degli ospiti e di un possibile clamoroso testimonial per la Panda, ma da ambienti politici viene data per certa la presenza a Torino, giovedì, del ministro dell'Industria e del Made in Italy Adolfo Urso. Il quale, l'altro giorno, ha mandato un "avviso" a Elkann e al ceo Carlos Tavares: "Se non aumenteranno la produzione, destineremo gli incentivi diversamente". Questa potrebbe essere l'occasione per l'incontro di Urso con Elkann. Per la pace? Per il futuro dell'auto (e di Mirafiori e Torino).
Di certo, negli ultimi tempi le interlocuzioni fra i due non sono mancate, come ha tenuto spesso a sottolineare il ministro. Il quale, incentivi a parte, è però sempre più determinato a portare in Italia un secondo produttore, anche cinese (mentre la premier Giorgia Meloni preferirebbe accordarsi con Toyota), a costo di superare le questioni di Italian Sounding e stabilire che, se ci saranno stabilimenti produttivi qui, le auto cinesi saranno "italiane", ossia esenti dai dazi imposti dall'Europa. Per dare benefici alla filiera. E Torino, ha detto, ha le competenze - che potrebbero essere sviluppate anche grazie alle divisioni di progettazione attivate da Stellantis, nonché dal GrEEn Campus - e il know how, la storia, per essere attrattiva. E, al netto che anche Stellantis ha un partner cinese, una convergenza di vedute potrebbe trasformare una semplice celebrazione in un inizio.
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