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Dopo il report della Fim

Auto a picco, ecco la risposta di Stellantis: "Così ripartiamo da Mirafiori". Ma il ministro avvisa Elkann...

Produzione in calo del 25% in sei mesi in tutti gli stabilimenti. Il nodo dei nuovi modelli e di altri incentivi per l'elettrico

Auto a picco, ecco la risposta di Stellantis: "Mercato in crisi, ma ripartiamo con un piano per Mirafiori"

Un calo della produzione del 25% a livello nazionale, un terribile 63% solo nello storico stabilimento di Mirafiori, quello della Fiat 500e. Questa volta, di fronte ai report semestrali della Fim Cisl, da Stellantis decidono di commentare e di svelare piccole parti di un piano che vede al centro proprio Mirafiori.

Dopo aver dato conto dei dati della produzione, abbiamo chiesto a fonti aziendali una spiegazione, in quanto c'è il paradosso di un mercato che sembrava essersi ripreso, grazie agli incentivi a giugno, ma che su luglio non ha portato ordini sufficienti per aumentare la produzione (con l'eccezione della Panda e di Pomigliano d'Arco). Queste sono le dichiarazioni che ci hanno fornito.

"Stellantis Italia è pienamente consapevole dell’impatto che l’andamento del mercato italiano, e più in generale europeo, sta avendo sulla produzione nazionale, con particolare riferimento ai veicoli elettrici e, nel caso di Mirafiori, alla 500e - dicono dal Gruppo -. Le difficoltà del mercato automobilistico ci sono e ci obbligano a operare con unità di intenti e visione, attraverso aiuti diretti e indiretti, per competere a livello internazionale".

Mirafiori e Melfi (-56%), dove c'è la Jeep Renegade per esempio, sono le spie di questa sofferenza. Ma lo storico stabilimento, che nella mattinata di lunedì è stato addirittura bloccato a causa del maltempo della sera precedente, garantiscono da Stellantis, è al centro di un progetto, che ricade nel piano industriale Dare Forward 2030. "Siamo impegnati - ci dicono ancora da Stellantis - a mitigare questo impatto con nuove iniziative e progetti con ricadute occupazionali tra cui, proprio a Torino, il Mirafiori Automotive Park 2030, che è al centro di una riqualificazione per diventare un polo che riunisce funzioni centrali, sviluppo tecnologico, produzione e attività di economia circolare. Per questo la sua profonda trasformazione, con otto nuove attività assegnate a Torino dalla creazione di Stellantis (tra cui ad esempio il Battery Technology Center, l’Economia Circolare, l’eDCT, etc.), richiede attenzione, formazione e investimenti con cui continuare a offrire veicoli, tecnologie e servizi che possano conquistare clienti in tutto il mondo".

E, a livello produttivo, di sicuro c'è la nuova Fiat 500 Ibrida, attesa per fine 2025, per dare il tempo di predisporre le nuove linee. E forse un nuovo modello, se non arriverà la Maserati Quattroporte. Su questo, però, dal Gruppo di John Elkann non si sbilanciano. Ricordando solo che, in settimana, ci sarà la presentazione della nuova Fiat Grande Panda (però prodotta in Serbia), mentre per fine luglio è attesa la call con gli analisti per i risultati finanziari del semestre.

L'obiettivo "rimane comunque il milione di autovetture, condiviso con il governo. ma c’è la necessità di superare le incertezze dell'elettrificazione e di una maggiore stabilità della domanda: su questo Stellantis è sempre disponibile ad un confronto con tutte le parti coinvolte nell’interesse dell’azienda, dei suoi lavoratori e del territorio".

Da parte sua, il ministro dell'Industria Adolfo Urso sembra aver sentito odore di richieste di nuovi incentivi - quelli per l'elettrico sono andati esauriti in 9 ore - e risponde così, quasi sfidando John Elkann e Carlos Tavares: “Se gli incentivi auto in vigore non aumenteranno la produzione di Stellantis in Italia dirotteremo le risorse diversamente". Il ministro sostiene che l'effetto degli incentivi potrà essere verificato fra qualche settimana e, ribadendo la necessità che Stellantis aumenti la produzione, spiega che "gli incentivi auto, a un mese dalla loro attivazione, hanno raggiunto altri due obiettivi, ossia rottamare vecchie auto e dare sostegno ai redditi bassi".

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