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IL CASO
15 Luglio 2024 - 15:15
Marco Gay
La Città dell’Aerospazio, quella della Salute, la Fondazione per l’Intelligenza Artificiale, l’industria dei semiconduttori. Non c’è un solo dossier da portare avanti per il nuovo presidente dell’Unione Industriali di Torino, Marco Gay. «Un ecosistema forte e vivace parte sempre da ricerca e sviluppo» spiega in conferenza stampa, subito dopo l’elezione da parte dell’assemblea. «Concretezza, determinazione e coraggio». Così inizia l’era Gay.
Il "comitato del sì"
Lo sguardo al futuro e la vocazione internazionale saranno i capi saldi del nuovo corso. «Sono un fan dei “comitati del sì”. Noi vogliamo essere quelli che fanno le proposte». Pur senza dimenticare le «complessità» del presente e le tante aziende in difficoltà. «Ne sono pienamente consapevole e non è ammissibile non fare il massimo per mettere al centro industria e innovazione in questa particolare fase storica» risponde a chi gli chiede risposte immediate per le aziende in crisi. «Abbiamo davanti a noi importanti trasformazioni e vogliamo essere attivi e protagonisti di fronte a queste sfide» prosegue. «Dobbiamo lavorare sulla ripartenza industriale e l’allargamento del settore di competenza. Più in generale, parlare del futuro fa rima col presente».
Industria 5.0
In questo senso, gioca un ruolo fondamentale l’approccio al mondo dell’industria 5.0. «Non è solo un sostegno agli investimenti di oggi, per aumentarne il volume e l’intensità - precisa Gay -. È anche uno strumento per gli investimenti che possiamo definire anti-ciclici» spiega Gay. In altre parole: «Ci prepariamo oggi per investire sui cambiamenti che arriveranno». Non fa eccezione il settore dell’automotive. Anche se Gay preferisce parlare di «settore della mobilità» nel suo complesso.
Automotive
Lo sguardo si fa largo. Non si parla solo di auto, ma di tutto l’indotto. «Una filiera straordinaria che appartiene al territorio torinese e che ha saputo essere leader in Italia e nel mondo» ricorda il neoeletto presidente. «Da qui si parte per superare le difficoltà - aggiunge -. Il fatto che si guardi all’anno prossimo per la produzione della 500 ibrida a Torino è buona notizia, ma questo non deve diminuire l’attenzione e la volontà di far sì che Stellantis continui a investire sul territorio e di attrarre altre industrie».
L’Europa
Sviluppo e pianeta. «L’Europa deve superare le ideologie e guardare allo sviluppo economico e sociale con rispetto per il pianeta» arringa Gay che, dal canto suo, promette «che la competenza, l’indotto e la capacità trasformativa del nostro territorio possano essere protagonisti e non vittime dell’ideologia che spesso non porta i risultati attesi». In ogni caso, «siamo europei e quindi parliamo di una politica industriale europea». Il primo dossier che riguarda il nostro territorio è il Fit for 55. «Come aziende del territorio ne siamo protagonisti: le nostre aziende hanno raggiunto gli obiettivi prima del 2030».
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