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Crudeltà sugli animali
21 Luglio 2024 - 07:30
Buonanotte, so che è tardi. Grazie per aver accettato di parlare con noi. Quanti anni hai e come ti chiami?
«Mah, penso di essere ancora un bambino e non ho un nome come voi umani, ma potete chiamarmi Bruno».
Ciao Bruno. Ti presento ai nostri lettori. Tu sei un vitellino e ci siamo intravisti poco fa, prima che ci mandassero via dall'allevamento. Puoi raccontarci come trascorri le tue giornate?
«Beh, le mie giornate sono tutte molto simili. Vivo in un box piccolo, dove mi è difficile anche girarmi. Non vedo mai il sole e l'aria è sempre un po' pesante. Qui siamo in tanti, tutti vicini l'uno all'altro, e c'è un odoraccio costante di escrementi e urina. Ma non mi lamento».
Bravo. Quali sono i giochi che ti piacciono di più?
«Mi piace correre dietro la mamma e sfidare i miei compagni. Voglio sempre vincere ma è davvero difficile. Certo, tutti questi giochi li immagino e li sogno, perché son qui e non mi posso muovere. Ma riesco ogni tanto a muggire. Piano perché non ho tanta voce, ma mi piace».
Cosa mangi di solito?
«Il cibo arriva regolarmente, ma non è come quello che potreste immaginare voi umani. Ha un gusto abbastanza buono, credo, ma non ne ho assaggiato altro. Sembra un misto di cereali e altri alimenti che mi fanno crescere rapidamente. Mi sento grasso, vedi che son già sovrappeso? Però appena ho finito mi viene in mente un prato verde e mi viene voglia di assaggiare l'erba fresca. Qui gira voce che qualche vecchio diceva che era squisita».
Ci sono momenti in cui ti senti felice o tranquillo?
«Non tanto, è difficile trovare momenti di felicità qui. A volte, quando tutti stanno dormendo e c'è un po' di silenzio, riesco a chiudere gli occhi e sogno un posto migliore, dove posso correre libero. Poi mi sveglio e ricominciano il dolore e la paura».
Puoi raccontarci delle tue prime esperienze di vita?
«Sono stato separato da mia madre subito dopo la nascita. Ricordo ancora il calore del suo corpo e la sua voce. Mi piaceva toccarla e stare con lei. Poi è scomparsa. Da quel momento in poi, la mia vita è stata un susseguirsi di giorni identici. Tutto uguale, luce, buio, cibo, rumori. E paura».
Quali sono le tue paure più grandi?
«La paura è una costante. Temiamo i rumori forti, le persone che entrano nel nostro box, e soprattutto temiamo il momento in cui uno di noi viene portato via. Sentiamo le urla e i lamenti, e sappiamo che non tornerà mai più. La paura di finire al macello è sempre presente».
Cosa vorresti dire agli umani che consumano carne?
«Vorrei che gli umani capissero che noi non siamo diversi da loro. Abbiamo emozioni, sentiamo dolore e paura. Non siamo oggetti, ma esseri viventi che desiderano vivere in pace e libertà. Mangiare carne significa accettare il nostro destino. Vorrei che le persone potessero vedere il mondo attraverso i nostri occhi, forse allora capirebbero»
Cosa pensi quando pensi agli altri animali liberi, come cani o gatti?
«Eh, mi chiedo perché la nostra vita deve essere così diversa. Vediamo i cani e i gatti amati e coccolati, mentre noi siamo trattati solo come merce commestibile. Anche noi meritiamo amore e rispetto. È difficile per me non essere invidioso della loro libertà e delle loro vite serene anche se sono tanto felice per loro».
Se tu potessi esprimere un desiderio, quale sarebbe?
«Il mio desiderio più grande sarebbe quello di vivere in un mondo dove tutti gli animali sono trattati con rispetto e dignità. Vorrei correre libero in un prato, sentire il sole sulla pelle e vivere senza paura. Ma soprattutto, vorrei che nessun altro vitello debba passare quello che sto passando io».
Grazie per aver condiviso la tua storia, Bruno. Hai un'ultima cosa da dirci?
«Grazie a voi per avermi ascoltato. Spero che la mia storia possa toccare i cuori delle persone e che qualcosa possa cambiare. Noi animali abbiamo bisogno della vostra voce per essere ascoltati. Per favore, scegliete con consapevolezza, considerate il nostro dolore e stateci vicini».
m.m.
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