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CARCERI

Al carcere delle Vallette manca l’aria e gli scarafaggi la fanno da padrone

La visita di politici e avvocati al carcere di Torino. La presidente del consiglio comunale Grippo: "Le temperature roventi esasperano la situazione"

Al carcere delle Vallette manca l’aria e gli scarafaggi la fanno da padrone

Avvocati e politici in visita al carcere

All’uscita dalla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, Maria Grazia Grippo è frastornata: la presidente del consiglio comunale ha appena terminato la visita all’interno del carcere, dove ha incontrato diversi detenuti e ha potuto vedere dal di dentro la drammaticità di una realtà difficile. Alla visita hanno partecipato anche la consigliera regionale Nadia Conticelli, la vicepresidente al Senato Anna Rossomando, la vicepresidente alla Commissione Lavoro per la Camera dei deputati Chiara Gribaudo e una delegazione di avvocati. «Agosto è un mese ancora più difficile in un contesto già complicato. La tensione viene esasperata dalle temperature altissime, basta la minima incomprensione per far scoppiare il caos» racconta Grippo ai cronisti. «L’idea di un condizionamento dell’area degli spazi comuni qui è ancora da progettare. Ho incontrato la direttrice e la responsabile dell’area educativa e ho percepito un grosso sforzo dal punto di vista umano».

La presidente ha con sè un foglio colmo di appunti, parla di difficoltà, di sovraffollamento. E di sanità: infatti è proprio lei a dare l’unica notizia positiva dopo la visita al penitenziario: «Ho avuto conferma dalla direttrice che a settembre partiranno i cantieri di volontariato: visite odontoiatriche e oculistiche per il carcere femminile. È un esperimento dove la presidenza del consiglio comunale fa da collante e aiuta a tenere insieme i pezzi» progetto per cui Maria Grazia Grippo si è spesa a lungo in prima persona.

«Uscendo dal carcere la sensazione è angosciante. L’aria dentro è soffocante, si respira una situazione di malessere, sia tra i detenuti che tra il personale che lavora all’interno, nonostante gli sforzi che voglio segnalare da parte della direzione e degli operatori». Sono queste le prime parole che pronuncia Nadia Conticelli, consigliera regionale, varcato il pesante portone bianco che divide l’area del penitenziario dal “mondo dei liberi” «Questo carcere produce insicurezza. Mancano 200 agenti, ci sono anche le ferie adesso. Tanti problemi infrastrutturali, questo penitenziario sarebbe solo da radere al suolo e ricostruire: non solo non ha gli spazi adeguati, non è bonificabile ed ospita 1500 persone a fronte delle 1000 che dovrebbero esserci. E ancora, diritti negati a quei detenuti che dovrebbe avere misure alternative» spiega Conticelli. «Non ci è stato consentito di entrare nel blocco C: ci hanno detto che la situazione era caotica e poco sicura» spiega Maurizio Basile, avvocato e vicepresidente della Camera Penale del Piemonte occidentale e della Valle d’Aosta.

Basile racconta di avere visto personalmente detenuti in infradito, bermuda e canotta (o direttamente a petto nudo) attaccare del cartone alla finestra di una cella, utilizzando il dentifricio al posto della colla, per evitare che salissero dal muro gli scarafaggi. Cresciuto anche il numero dei bambini rispetto agli scorsi anni, ora sono sei i figli delle detenute che vivono con le madri all’interno. Duro anche il commento di Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp arrivato a margine della visita istituzionale: «Dobbiamo constatare che sembra esserci una precisa volontà dell’amministrazione di mantenere lo status quo e di non intervenire per migliorare la situazione»

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