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IL FATTO
22 Agosto 2024 - 16:09
MARA FAVRO
I carabinieri hanno sequestrato poche ore fa l'automobile di Vincenzo Milione, ex capo di Mara Favro, presso la Pizzeria Don Ciccio, luogo di lavoro della donna prima della sua misteriosa scomparsa. Milione, gestore della pizzeria in cui Mara Favro ha lavorato per soli otto giorni prima di sparire nel nulla, è ora indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Il sequestro dell'auto rappresenta un potenziale punto di svolta nelle indagini su un caso che ha lasciato sgomenta l'intera comunità di Susa, dove la donna risiedeva e da cui manca da mesi. Le autorità non hanno rilasciato ulteriori dettagli sul motivo del sequestro, ma la presenza sul posto dei NAS, degli uomini della Compagnia di Susa e dei tecnici dell'ASL To3 suggerisce che l'indagine stia assumendo una nuova direzione. L'attenzione potrebbe essere concentrata sulla ricerca di prove scientifiche all'interno del veicolo che possano far luce sulla sorte della donna scomparsa.
L'uomo, che non può lasciare la pizzeria dal 2021 per decisione del Tribunale di Sorveglianza di Torino, è considerato ancora “pericoloso” a causa del suo passato criminale. Milione ha scontato dieci anni di carcere in seguito a una condanna della Corte d'Appello di Cagliari per associazione a delinquere. Il suo ruolo era quello di "partecipe" in un'organizzazione criminale dedita alla riduzione in schiavitù e alla prostituzione, con legami con la malavita albanese. Secondo le indagini, Milione era l’anello di collegamento tra l'organizzazione e la criminalità albanese, gestendo un sistema che prevedeva l'acquisto di ragazze da Romania e Ungheria. Corrompendo funzionari, l'organizzazione riusciva a ottenere permessi di soggiorno per le vittime, che una volta giunte in Italia, venivano trasferite a Olbia per essere vendute come schiave del sesso.
Le indagini ora si concentrano sulla possibile connessione tra il passato di Milione e la scomparsa di Mara Favro. Non si esclude che la donna possa essere venuta a conoscenza di dettagli compromettenti durante il suo breve periodo di lavoro alla pizzeria. A complicare ulteriormente il quadro, è emerso che anche il pizzaiolo Cosimo Esposito è indagato, anche se i dettagli sul suo coinvolgimento non sono ancora chiari.
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