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I Borghi più belli d'Italia

Sospeso fra Langhe e Monferrato, a un'ora da Torino, c'è un paese con i portici "colore del vino"

Fra Ugo Nespolo e Dylan Dog, musica e cucina tradizionale, alla scoperta di una iniziativa unica nel suo genere

Sospeso fra Langhe e Monferrato, a un'ora da Torino, c'è un paese con i portici "colore del vino"

Qui amano dirsi sospesi fra Monferrato e Langhe, anche se la denominazione originale di questo territorio è Astesana. Ma sarà per questi confini ideali che, anticamente, si è diffuso il termine Lanze (anche se qualche fonte lo vede come derivazione del cognome Lancia, dal casato che possedeva queste terre a cavallo fra 1100 e 1200). Castagnole delle Lanze, provincia di Asti e a un'ora di auto da Torino, è da qualche tempo inserito tra i Borghi più belli d'Italia. E tutto qui parla di vino, di arte (legata al vino) e di musica. Un luogo da scoprire.

Castagnole, come è facile immaginare, deriva da "castagna" ed è forse l'autunno il periodo migliore per vederlo: per i colori, per i sapori della vendemmia, per quella foschia che sembra separare il borgo vecchio di San Pietro, nella parte alta, da quello nuovo di San Sebastiano, dove sono concentrate le attività economiche, principalmente vinicole. Queste sono terre di vino, infatti. Barbera, Dolcetto d'Alba e Moscato sono le produzioni di zona. Da una quindicina d'anni, l'amministrazione comunale ha creato Adotta un filare, una iniziativa per cui, pagando una quota annua, è possibile adottare una vite: ogni quota dà diritto a un filare, di una decina di metri lineari, da cui deriva una dozzina di bottiglie di vino Barbera denominato "Lanze". Lo spirito originario era di salvare i vitigni abbandonati: con le quote degli adottanti, il Comune paga le spese di cura, vendemmia e imbottigliamento. 

Testimonial di questa iniziativa, cresciuta con il tempo, sono stati big della musica come i Nomadi, o Giuliano De Palma, Roberto Vecchioni, praticamente ogni protagonista del Festival Contro che si tiene d'estate (proprio in questi giorni, peraltro). I Nomadi, poi, qui tengono un raduno annuale dei fans. A ogni artista, nel corso degli anni, è stato donato un filare. E c'è chi l'ha mantenuto o addirittura ha accresciuto il "possesso" dei filari.

E oltre ai musicisti, ci sono stati anche artisti che hanno realizzato le etichette o i disegni per le serigrafie sulle bottiglie: su tutti Ugo Nespolo e anche Luigi Piccatto, disegnatore di Dylan Dog che abitava qui (purtroppo è scomparso l'anno scorso).

Salendo al borgo vecchio, tra gli edifici ottocenteschi, e godendo del panorama affacciati sulle colline sottostanti da piazza Giovannone, si prende via Ener Bettica dove ci sono i portici del colore del vino e delle stagioni. Mentre, sospese, ci sono installazioni che rimandano sempre al vino, così come i totem di Ugo Nespolo o i murales come quello di Beppe Gallo o le opere di Vincenzo Piccatto, autore per esempio del Portico di Tristano e Isotta.

Da vedere di certo il Palazzo dei Conti Alfieri, oggi sede del municipio, la parrocchiale barocca di San Pietro in Vincoli e la Confraternita dei Battuti, oggi sconsacrata e utilizzata per conferenze, appuntamenti turistici, mostre.

Poi c'è il Parco della Rimembranza, dove sorge la Torre eretta dal conte Paolo Ballada di Saint Robert, figura eclettica di scienziato ottocentesco, che qui svolgeva le sue osservazioni astronomiche.

Un luogo da scoprire e da gustare, dunque. Qui non mancano i locali che propongono la cucina tradizionale anche nelle sue rivisitazioni (piatto da provare? Risotto al Barbera, naturalmente) e i migliori vini del territorio. Compreso il Lanze di cui vi parlavamo, fruttato e aromatico, fatto di uve Barbera (e pazienza se neppure sotto tortura gli astigiani ammetteranno mai il "taglio" con altre uve, ché in certe annate pare di cogliere una presenza di Merlot). 

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