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SAN SALVARIO
07 Settembre 2024 - 09:40
Bottiglie di birra, carta stagnola e coperte in terra. In via Morgari alcuni tossicodipendenti hanno allestito delle camere da letto a cielo aperto proprio di fronte alla Casa delle Donne e all’oratorio di San Salvario. Proprio dove le donne vittime di situazioni di fragilità hanno trovato un rifugio, oggi il pericolo è, letteralmente, fuori dalla porta. Le fotografie che ritraggono i bambini vestiti da calcetto a pochi centimetri da spacciatori e tossicodipendenti sono davvero agghiaccianti.
La segnalazione arriva da Luca Pantanella, a lui si sono rivolti i residenti del quartiere negli ultimi mesi, chiedendo disperatamente aiuto. «Abbiamo paura. Ci siamo trovati a segnalare la situazione a un sindacato di polizia perché siamo abbandonati. Ho un’attività qui da anni e non arrivo a fine mese. La droga ci sta mettendo in ginocchio tutti, qui a San Salvario, chi ci vive e chi ci lavora. I vigili? Certo che li ho chiamati. Più volte. Non hanno mai fatto nulla. Questa estate anche l’assessore alla Sicurezza aveva fatto una “passeggiata” proprio da queste parti. Ricordo gli articoli di giornale e le belle promesse ma, la verità, è che qui le istituzioni ci hanno lasciati a noi stessi», si sfoga Rosa nel retro del suo negozio, un tempo frequentato e oggi deserto.
«Inutile ribadire che situazioni simili penalizzano fortemente settori strategici come economia, immobiliare e commercio scoraggiando imprenditori, investitori e turisti», ha spiegato Luca Pantanella, che oggi si occupa tramite la sua onlus Alsil di sicurezza e legalità e delle piccole e medie imprese come vicepresidente nazionale della Fmpi (oltre a essere il segretario generale del sindacato della polizia Fsp). Pantanella queste situazioni le conosce e riesce ad analizzarle con la lucidità necessaria: «Abbiamo raccolto negli ultimi tre mesi numerose segnalazioni di cittadini che vedono anche nel nostro sindacato un interfaccia credibile cui riferire preoccupazioni, timori e segnalazioni circa l’insicurezza di aree storicamente degradate della città e della periferia. In particolar modo, la situazione dovuta a numerosi senzatetto che spesso rifiutano volontariamente ogni tipo di accoglienza, aiuto e assistenza facendo del bivacco una filosofia che impone a terzi in disaccordo degrado e illegalità», dichiara.
«Il dramma maggiore è quando a farne le spese sono anche i minori. Come in via Morgari, dove i bambini devono fare lo slalom tra gli accovacciati in coperta, escrementi e rifiuti per accedere alle strutture ricreative loro dedicate. Con l'aggravante improvvisa di trovarsi invischiati in tumultuose risse fra soggetti ubriachi. Mi chiedo per quale ragione il Comune di Torino, nella persona del sindaco, continui a soprassedere di fatto e a fare finta nulla, nonostante il problema straripi ormai da tempi sotto gli occhi di tutti. Se fossi il primo cittadino, personalmente riterrei una grave sconfitta - conclude - apprendere che le persone chiedano aiutano a un sindacato di polizia come extrema ratio».
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