l'editoriale
Cerca
Il caso
09 Settembre 2024 - 08:20
Medici e volontari ridotti al lumicino, infermieri sull’orlo dell’illegalità, soccorritori mai riconosciuti ufficialmente: ecco servita la “tempesta perfetta” per il sistema 118, quello che garantisce il soccorso urgente in caso di incidenti stradali, malori, infortuni in casa e al lavoro. Peccato che le ambulanze siano sempre meno e sempre più vuote, visto che si fa fatica a trovare il personale specializzato da far salire a bordo: «Rischiamo il collasso» denunciano i diretti interessati.
A far esplodere un problema che ribolliva da tempo, è la delibera sugli Algoritmi Clinico Assistenziali Infermieristici (A.C.A.I.) per il Sistema di Emergenza Sanitaria Preospedaliera 118 della Regione Piemonte. Firmata il 19 luglio per definire i protocolli di assistenza sulle ambulanze, è stata ritirata un mese dopo a causa delle critiche dell’Ordine dei medici e di due esposti presentati alla Procura di Torino: «Non abbiamo capito perché - riflette Roberto Romano, infermiere e presidente di Aies, associazione che raccoglie centinaia di professionisti del soccorso in tutta Italia - L’impressione è che sia soprattutto una questione di “lobby”. Per noi c’erano aspetti buoni e altri meno, come il ruolo del medico: non può essere solo un “prescrittore” in remoto ma un consulente per chi è sul posto. Ma si deve ripartire subito: gli infermieri del Piemonte non possono stare senza le procedure previste dalla legge del 1992». Che, dopo 32 anni, forse andrebbe rivista: «Serve un modello basato sulle competenze».
Nel frattempo, il sistema 118 resta nel limbo: «Il problema principale è la carenza di medici - ricordava l’assessore regionale Federico Riboldi ad agosto, al momento dello stop alla delibera - L’apertura del numero chiuso nel 2025, da parte del governo Meloni, è molto importante ma i risultati si vedranno tra 6 anni. Ora evitiamo lotte tra categorie e miglioriamo il servizio pubblico di emergenza».
Provoca Claudio Delli Carri, presidente del sindacato Nursing Up Piemonte: «Se gli infermieri sono illegali e i medici mancano, chi facciamo salire sulle ambulanze?». Il riferimento è a uno dei punti più controversi della delibera sugli algoritmi, la somministrazione di farmaci da parte degli infermieri: «Se questa pratica diventa illegale, sarebbe in discussione la presenza stessa degli infermieri sulle ambulanze. Con una cronica mancanza di medici, si ottiene un paradosso pericoloso».
Interviene Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza (Simeu): «Basta giochi corporativistici: in tutta Italia gli infermieri somministrano adrenalina o morfina ma in Piemonte non è chiaro se possano o meno. Noi siamo favorevoli con infermieri preparati: è una professione che è cresciuta, cui vanno riconosciute nuove competenze».
Oltre a medici che mancano e infermieri in bilico, il sistema 118 ha altri problemi: «In Piemonte, e soprattutto a Torino, servirebbero più ambulanze in convenzione continuativa - denuncia Alberto Romeo, referente nazionale Aies per gli autisti soccorritori - Oggi il sistema si sorregge sull’estemporaneità di ambulanze che spesso arrivano da 40 chilometri per coprire i territori scoperti. A Torino ce ne sono 5 con il medico e 2 con l’infermiere ma spesso non c’è il personale sufficiente, soprattutto d’estate». Romeo chiede di riconoscere la figura professionale dell’autista soccorritore: «Ora sono fantasmi silenziosi, spesso senza contratto di lavoro. Fanno migliaia di ore di straordinario per coprire la mancanza di volontari, eppure non vengono riconosciuti i rischi il lavoro usurante».
Il passo successivo, secondo Aies, è un cambio totale di sistema: «La Regione Piemonte dovrebbe gestire il sistema 118 insieme alle organizzazioni di volontariato invece di lasciare il servizio in totale gestione, come ormai accade dal 1992. L’assistenza primaria deve essere una garanzia per il cittadino e data in mano a professionisti qualificati e riconosciuti a livello nazionale».
CronacaQui.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Amministratore unico e responsabile trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo..