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IUS SCHOLAE
09 Settembre 2024 - 17:04
Alberto Cirio e Gianna Pentenero
Si accende il dibattito sullo Ius Scholae. Oggi almeno un alunno su quattro nelle scuole torinesi è nato o vive a Torino. «È italiano, quindi, a tutti gli effetti, meno che quello legale». Ne ha parlato in diverse occasioni nel corso del suo mandato il primo cittadino Stefano Lo Russo. L’ultima dichiarazione in merito arriva appena qualche giorno fa, dal palco della Festa dell’Unità di Torino: «Se non integriamo questi ragazzi, tra vent’anni il nostro Paese non potrà più pagare le pensioni, poiché Torino è tra le città più vecchie d’Italia. Un torinese su 10 ha almeno più di 80 anni», aveva avvertito.
«Il Piemonte deve essere in prima fila per il riconoscimento dello Ius Scholae. Non è una questione ideologica di una parte politica, è una battaglia di civiltà» commenta la capogruppo Gianna Pentenero. Lo stesso presidente della regione Piemonte Alberto Cirio, alla festa di Forza Italia giovani di domenica scorsa, ha infatti definito lo ius scholae «uno strumento di integrazione giusto e utile, anche come investimento economico». Qui Cirio ha spiegato, infatti, che ritiene «corretto dare la possibilità di diventare cittadino italiano a chi ha completato gli anni della scuola dell’obbligo». Da qui la proposta di Pentenero, prima firmataria dell’ordine del giorno sul riconoscimento dello Ius Scholae. «Sono certa che il presidente Cirio non avrà difficoltà a firmare il documento che stiamo depositando in questi giorni» rimarca Pentenero. «Poniamo attenzione al mondo della scuola, per mettere gli insegnanti nelle condizioni di lavorare meglio, e anche al mondo delle carceri».
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