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IL FATTO
12 Settembre 2024 - 22:43
Dopo quasi tre decenni di attività lo storico pub irlandese “Shamrock Inn” chiude i battenti. Un locale, quello di corso Vittorio, dov’era possibile mangiare fino a notte fonda e scegliere tra oltre 20 birre, dalle più commerciali a vere “chicche” da intenditore. Trecento metri quadri, cinque sale, per il primo irish pub di Torino. Nei weekend autunnali e invernali trovare un tavolo era un miracolo. Ma comunque tutti riuscivano a sistemarsi, chi al bancone, chi in piedi. Qui sono nati amori e amicizie. E tanti flirt passeggeri. Famosa la scalinata del “limone”.
E poi le partite, non solo di calcio ma anche rugby. Pienone anche per gli eventi in città come Eurovision. Il mercoledì c’è sempre stata una serata dedicata al cabaret.
Soprattutto, qui tutti si sono sempre sentiti accolti, in un locale che si è sempre distinto come “gay-friendly”. Insomma, una sola etichetta per definire lo Shamrock non è possibile. Qui ci sono passati tutti. Da Juric, ex allenatore del Toro, a Cattelan. E poi Juri Chechi, Bunna degli Africa Unite, calciatori della Juve, influencer locali e lombardi. Anche Alessandro Borghese con il suo format “Quattro ristopub” aveva dedicato uno spazio al locale. Soprattutto, qui sono passate generazioni di ragazzi e ragazze non solo torinesi, ma da tutto il mondo. Qui anni fa infatti sono nate le feste Erasmus, dove studenti universitari hanno ballato e festeggiato tra banconi e tavoli di legno, arredi tradizionali e musica. Il locale ha aperto nel 1995: nel 1996 era già un boom.
Alessandro Carbonara
Nel 2016 il suo titolare storico Giorgio Paganin, scomparso questa primavera, ha lasciato la gestione per motivi di salute. È stato rilevato da una società ma nel 2019 ha chiuso. E così che è cominciata l’avventura di Alessandro e della sua società, gli stessi del Magazzino sul Po, i FivePints. «Ci accordammo con Luca, il “super manager” dello Shamrock. Volevamo ridargli il lustro che meritava. Per cavilli finanziari non potevano vendere, non subito. Saremmo diventati titolari a dicembre 2024. Ma il 2 novembre chiudiamo. Il contratto scadrebbe ad aprile 2028 ma la proprietà dell’immobile ha venduto. Faranno appartenenti di lusso. Niente più pub notturno. Non ci sta bene con le case lussuose» racconta Alessandro Carbonara. «L’accordo tra la proprietà dell’immobile è stata con il proprietario del pub. Che legalmente sono ancora i gestori post-Giorgio, visto che il nostro contratto era una gestione a riscatto. Abbiano scoperto tutto ciò ad agosto, da un curatore fallimentare. Ci ha mandato una raccomandata. Non possiamo appellarci a nulla».
Dodici dipendenti quindi resteranno senza lavoro. «È stato un colpo al cuore. Solo dispiacere» mormora Alessandro «La squadra funziona. Qui lavoriamo bene insieme. Magari troveremo un altro posto. Non lo so». Ma ancora non è momento. Fino al 2 novembre lo Sham è più che operativo. Eventi, serate, incontri. Vogliono salutare tutti. Sbirciando un blocco appunti sembra che Halloween sarà indimenticabile. Si tornerà a ballare, come i vecchi tempi. E l’ultima sera, il 2 novembre, ci si saluterà cercando di svuotare i fusti. Insomma, non è ancora finita.
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