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La crisi dell'auto
22 Settembre 2024 - 06:30
Luca Cordero di Montezemolo si rimette al volante. Di una Lancia Fulvia coupè con cui, quasi cinquant'anni fa, corse un rally con un amico. Ma di volanti lui ha impugnato anche quello di Fiat e di Ferrari. Per questo, adesso, le sue parole sembrano indirizzate a chi l'ha sostituito, come una ripicca, o una vendetta. "Provo tristezza nel pensare a una industria automobilistica italiana che non c'è più".
Parole che ha pronunciato alla mostra, presso Confindustria Cuneo, dedicata proprio a Vincenzo Lancia, con modelli storici in esposizione, tra cui la Lancia Fulvia dominatrice di rally o la Lancia Zagato. "La Lancia poteva essere la Bmw italiana" ha detto. Invece? "Ora si produce all’estero, come la Fiat 600, simbolo della nostra industria nel dopoguerra. Ma la Fiat non c’è più, Maserati non c’è più e così Lancia e Magneti Marelli. In Italia abbiamo solo fabbriche vuote e cassa integrazione. C’è da indignarsi, ma sento solo un silenzio assordante".
Un messaggio duro, che chiama in causa da un lato chi, divenuto ceo sotto la sua presidenza, ossia Sergio Marchionne, scelse di non puntare su Lancia, quasi destinandola alla chiusura (ora la tendenza sembra invertita). E ovviamente dall'altro lato coinvolge John Elkann, con il quale pare avere il dente avvelenato. Anche per Ferrari: "Oggi fanno disegnare le Ferrari a gente che non ha mai realizzato un'auto". Con riferimento particolare alla prossima Ferrari elettrica. "I veri imprenditori sono quelli che rischiano il loro denaro e non quello delle banche o dello Stato" è l'ultimo strale avvelenato. Per lo meno, sotto la sua presidenza, la Ferrari vinceva i titoli mondiali... Oggi vince quelli di Borsa.
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