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Il 'Dumpster Diving' dilaga a Torino: un fenomeno in crescita che deve allarmarci

Mentre i prezzi salgono, sempre più persone ricorrono a questa pratica per sopravvivere nella capitale piemontese

Il 'Dumpster Diving' dilaga a Torino: un fenomeno in crescita che deve allarmarci

Un fenomeno silenzioso ma sempre più evidente sta prendendo piede tra le vie di Torino: il dumpster diving, ovvero la pratica di cercare cibo nei cassonetti dei supermercati. Questo gesto, particolarmente diffuso nei Paesi scandinavi, dove molti attivisti ambientali lo praticano per sensibilizzare l'opinione pubblica sullo spreco alimentare, in Italia, e in particolare a Torino, sta assumendo una connotazione ben diversa. Qui, non si tratta più attivismo consapevole contro gli sprechi, ma di una vera necessità per le fasce più vulnerabili della popolazione. Ed è un fenomeno che deve farci riflettere..

"Ogni giorno vedo sempre più persone rovistare nei bidoni", racconta il nostro lettore e Amico Reporter Luigi, "gente che non riesce più a permettersi la spesa e che si affida ai rifiuti dei supermercati per mettere insieme un pasto." Questa testimonianza porta alla luce non solo la povertà crescente che affligge la città, ma anche l’enorme quantità di cibo ancora commestibile che finisce tra i rifiuti.

Il dumpster diving, letteralmente "tuffarsi nei cassonetti", è in molte parti del mondo, e sempre più anche in Europa, una pratica che consente di recuperare cibo commestibile che non può più essere venduto, ma che è ancora adatto al consumo. Nei cassonetti finiscono alimenti prossimi alla scadenza, confezioni leggermente danneggiate o prodotti invenduti che, per legge, devono essere scartati.

"Torino sta diventando sempre più povera", continua Luigi. "Ma non possiamo ignorare quanta ricchezza sprechiamo ogni giorno. Vedere quelle persone frugare nei cassonetti dovrebbe farci riflettere: da una parte ci sono famiglie che non hanno abbastanza per mangiare, dall’altra tonnellate di cibo perfettamente buono che finisce nella spazzatura. Se ogni supermercato potesse donare ciò che scarta a chi ne ha bisogno, potremmo alleviare almeno una parte di questo dramma."

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