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Il progetto

Habitat apre le porte: un esempio di rigenerazione urbana con i Patti di Collaborazione

Una giornata alla scoperta dei luoghi dove cittadini e istituzioni collaborano per la cura dei beni comuni urbani

Habitat apre le porte

Habitat apre le porte

Lo scorso sabato Habitat ha aperto le sue porte agli avventori di “Open patti”. L’evento che per tutta la giornata ha portato cittadini e istituzioni in giro per Torino attraverso alcuni dei luoghi in cui si concretano i 90 Patti di Collaborazione tra Città ed associazioni. Si tratta di quegli strumenti con cui cittadini attivi si occupano di beni comuni urbani con attività concordate e programmate. Una di queste realtà è proprio “Habitat” di via Le Chiuse 66, che nasce nel 2017 dall’unione delle cooperative Patchanka e Stranaidea, l’associazione Archimente e, infine, l’Asl nord-ovest Torino.

«L’iniziativa vuole restituire l’edificio alla cittadinanza, attraverso lo sviluppo di una comunità attiva attorno ai temi dell’uso consapevole del denaro, della conciliazione, della genitorialità, della formazione e del lavoro», racconta Fernando Spalletta di Patchanka.

Un impegno che traspare anche dalla fitta lista di attività scritte sul grosso lavagnone dello spazio. Teatro, fotografia, laboratori cognitivi, yoga e disegno manga ne sono solo alcune. Ma un ruolo importantissimo lo svolge anche lo sportello di lavoro, che accoglie e orienta più di 500 persone l’anno all’occupazione.

Un inserimento che può essere ancora più complesso per rifugiati e persone senza fissa dimora, di cui Stranaidea si occupa in modo particolare. «Proprio sottolineare il protagonismo della cittadinanza nella rigenerazione degli spazi urbani è quello che “Open Patti” vuole fare», racconta l’assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli, anch’egli presente.

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