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Il fatto

Movida senza regole, ora i cittadini invocano il presidio interforze

La richiesta: dal giovedì al sabato, tra le 22 e le 3 di notte. Deri: «Ma i pattugliamenti, da soli, non bastano»

Movida a Santa Giulia

Movida a Santa Giulia

Strade come latrine da una certa ora del week-end in poi, dehors abusivi, minimarket aperti quasi non stop, invogliando al consumo improprio di alcolici. È ormai la normalità per piazza Santa Giulia, cuore della movida studentesca cittadina. Una normalità che, oltre Vanchiglia - in cui via Pisa e via Reggio sono consolidati luoghi di ritrovo quando non tappe di passaggio nella vita notturna dei più giovani - riguarda anche Borgo Rossini, dove tra minimarket e distributori aperti h 24, c’è tran tran anche nelle ore notturne.

Così in Circoscrizione 7 si torna a parlare con insistenza della necessità di un presidio interforze fisso, capace di coprire dal giovedì al sabato, tra le 22 e le 3 di notte, e dare un po’ di sollievo e riposo ai residenti. Una lotta - formalizzata in una richiesta di mozione verso il primo cittadino Stefano Lo Russo - portata avanti da Daniela Rodia e Daniele Moiso, consiglieri Lega Salvini alla 7. «Se chiediamo il presidio è perché è evidente che in questo frangente l’Amministrazione ha fallito», ha sottolineato Rodia nel Consiglio di corso Vercelli qualche settimana fa.

«Ne parliamo da anni, e ammettiamo che spesso le forze dell’ordine sono presenti. Ciononostante la mala movida resta, perché senza una volontà politica non può esserci una soluzione duratura», incalza Patrizia Alessi, FdI.

«Quando ci sono più pattugliamenti in effetti i miglioramenti si vedono, ma non basta», interviene netto il presidente alla 7 Luca Deri, rimandando al “decalogo” ideato nel 2022 per impegnare la Giunta a interventi risolutivi nell’area. Tra i dieci punti, infatti, si parlava già di un presidio interforze, della necessità di chiudere i minimarket alle 21, e anche dell’ipotesi di uno “slittamento” di parte della vita notturna altrove, nello specifico in viale Ottavio Mai, a ridosso del Campus Einaudi, allora in via di riqualificazione. Ancora non soddisfatte anche le richieste di sgravi fiscali per l’apertura di attività artigianali e commerciali e la promozione di iniziative culturali diurne.

«Altri punti sono stati effettivamente portati a termine: come l’aumento dei metri quadrati interni necessari ad avviare un’attività commerciale - da 50 a 75 - per scoraggiare gli assembramenti, o la chiusura delle attività sanzionate per cattive condotte reiterate - ha spiegato Deri -. Non abbiamo la bacchetta magica ma è necessario senza dubbio un progetto ben strutturato», la sua conclusione.

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