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Il caso

Cromo esavalente nell'ex Thyssen, servono altri 6 anni di lavori per una maxi bonifica

A ottobre 2024 si procede con i cantieri. Impattante il costo: 4 milioni e mezzo di euro

Thyssen

Cromo esavalente nell'ex Thyssen

Altro che tempi brevi. Per bonificare tutta l'area dell'ex Thyssen di corso Regina Margherita dal cromo esavalente serviranno altri 6 anni di lavori. E' quanto hanno raccontato i tecnici del Comune di Torino nel corso di una lunga commissione a tema inquinamento e futuro del complesso industriale che racchiude anche il laminatoio Bonafous e l'area consorzio Lucento.

Maxi bonifica

L'intervento (articolato in cinque fasi) costerà 4 milioni e mezzo di euro. Si inizierà a breve, questo mese, ma per la conclusione delle operazioni, salvo problemi, bisognerà aspettare il 2029. "Loro hanno inquinato, loro devono pulire" ha chiuso la discussione (accesa) l'assessore all'Urbanistica di Palazzo Civico, Paolo Mazzoleni. Arvedi Ast, tuttavia, ha comunicato al Comune di Torino di aver individuato un operatore e un direttore dei lavori. Dunque, niente proroghe.

I 5 interventi

Sono 5 gli interventi previsti per la messa in sicurezza operativa.  Che tradotto prevede l’eliminazione degli idrocarburi e l’impermeabilizzazione parziale di zone specifiche per prevenire il rilascio di sostanze inquinanti nella falda. Al primo punto la rimozione massiccia del prodotto attraverso due tecnologie. Poi si procederà con la ⁠realizzazione di zone reattive, per ridurre il rischio che il cromo esca dai confini. A seguire ⁠altra bonifica con iniezioni nel terreno ed evitare che il cromo raggiunga la falda. Quarto punto per la ⁠messa in sicurezza permanente: con impermeabilizzazione di una parte scoperta dello stabilimento (dove ci sono crepe) e dell’area verde. Si concluderà il tutto con il ⁠monitoraggio di attenuazione degli idrocarburi disciolti.

Il futuro?

Dopo la bonifica cosa succederà? Forse è ancora presto per dirlo. "Non abbiamo rivenuto comunicazioni su futuri passaggi di proprietà" ha ribadito Mazzoleni spiegando che è sempre viva la destinazione a parco del sito industriale. Intanto i cittadini insorgono. "L'inquinamento supera di 80 volte i limiti di legge, perché non dirlo?".

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