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Autmotive & Giustizia

Dieselgate, nuove accuse ai costruttori: coinvolti 70mila veicoli. Ecco cosa succede

Aziende e autorità locali si uniscono alla causa sulle emissioni che coinvolte Volkswagen, Fiat e Renault

Dieselgate, nuove accuse ai costruttori: coinvolti 70mila veicoli. Ecco cosa succede

Il Dieselgate torna al centro della scena legale in Francia con un'azione civile collettiva senza precedenti che coinvolge oltre 70mila veicoli. La causa, intentata da più di 700 aziende e 130 gruppi e autorità locali, potrebbe generare risarcimenti per centinaia di milioni di euro.

Il ruolo delle aziende e delle autorità locali

La denuncia, presentata dagli avvocati Marc Barennes e Romain Boulet presso il tribunale di Parigi, riguarda aziende del settore costruzioni e telecomunicazioni che reclamano compensi per più di 5mila veicoli. Tra le organizzazioni coinvolte ci sono anche diverse amministrazioni locali, tra cui importanti città e dipartimenti come Loire-Atlantique e Alpes-de-Haute-Provence.

Un messaggio all'industria automobilistica

Secondo gli avvocati, questa mossa mira a mandare un segnale forte alle case automobilistiche accusate di frode. Le aziende e le autorità pubbliche chiedono giustizia per aver acquistato veicoli diesel i cui livelli di emissioni risultavano falsati dai software installati per superare i test di omologazione. Oltre ai danni economici, l'azione intende anche sostenere la responsabilità sociale e ambientale delle aziende.

I precedenti e il caso Volkswagen

All'estero, Volkswagen ha già affrontato risarcimenti e sanzioni per il Dieselgate. In Germania, ad esempio, gli importi variano tra 1.350 e 6.250 euro per veicolo, mentre nei Paesi Bassi sono stati risarciti fino a 4.440 euro per auto. In Francia, si attendono sviluppi simili, con potenziali somme che potrebbero raggiungere centinaia di milioni di euro, se confermate le condanne.

Un'indagine lunga e complessa

Dal 2016, le indagini francesi hanno coinvolto cinque case automobilistiche di rilievo: Volkswagen, Renault, Peugeot, Citroën e Fiat-Chrysler. Queste sono accusate di aver utilizzato software per nascondere le reali emissioni inquinanti, superando di ben 40 volte i limiti autorizzati. Mentre Volkswagen ha già completato le indagini e attende il processo, altre case automobilistiche continuano a contestare le accuse.

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