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Il “Majo” cambia look. Ecco un milione di euro per rilanciare la scuola

Sono in corso i lavori di riqualificazione

Il “Majo” cambia look. Ecco un milione di euro per rilanciare la scuola

La sede del liceo scientifico Majorana, da tutti soprannominato Majo, è in corso di restauro.

A studiare nella struttura sono 1.250 ragazzi suddivisi in 56 classi per quattro indirizzi di formazione scientifica. La planimetria della sede di via Frattini, era già stata riorganizzata negli anni duemila, quando le due ali parallele furono accorpate, per dare luogo ad un unico complesso che unificasse tutte le classi e gli uffici amministrativi. Negli stessi anni, il tetto della scuola fu oggetto di interventi finalizzati a rimuovere l’amianto, inoltre furono modificati gli infissi ormai datati, che vennero sostituiti con serramenti nuovi a taglio termico. Tornando al presente invece, in questo 2024, tramite i fondi Pnrr, il Majorana ha ricevuto 1 milione di euro per l’adeguamento sismico della parte centrale dell’edificio.

La scuola, oggi, senza perdere la sua funzionalità è un cantiere, pronto a vestire panni nuovi. La ristrutturazione non è semplice da gestire, perché prevede interventi capillari su tutta la struttura della Majo, dalle fondamenta alla copertura. Verranno realizzati setti in cemento armato, inseriti negli spigoli della struttura e nella parte centrale. Finito il vero e proprio lavoro di adeguamento sismico la facciata dell’edificio verrà riadattata e resa omogenea.

«I lavori di ristrutturazione, per quanto complessi, si sono però rivelati un’opportunità» racconta Luca Paolella, vicepreside del liceo scientifico. Infatti, sebbene i lavori di adeguamento abbiano reso inaccessibili alcune aule, i professori del Majo hanno sopperito prontamente al problema riorganizzando la didattica secondo la disponibilità degli spazi. Il modello adottato è il Dada, (Didattiche per Ambienti di Apprendimento) modello di matrice americana, già in uso in alcune scuole italiane. A ciascuna materia scolastica viene conferito uno spazio tutto suo, e saranno i ragazzi a spostarsi da un’aula all’altra, a seconda dei laboratori e delle discipline che dovranno affrontare nell’arco della giornata. «Così facendo gli spazi sono sfruttati in modo più efficace - commenta Paolella - consentendo la fine dei lavori in sicurezza».

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