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IL FATTO
13 Ottobre 2024 - 09:00
C’è chi sostiene che il legno migliori la qualità della vita. E viene spontaneo concordare guardando una delle ultime meraviglie architettoniche di Torino, che sta per essere terminata in corso Quintino Sella 137: il Palazzo di legno, la ristrutturazione del condominio Sella.
Il progetto è stato realizzato con gli architetti Alberto Nada e Attilio Giacquinto, che sono anche i proprietari dello stabile. Prima, diciamolo, non era certo uno spettacolo. Ma oggi? Impossibile non rimanere colpiti di fronte a una costruzione alta 18 metri, che si distingue come l’edificio in legno più alto di Torino.
Ad accompagnarci in un tour esclusivo è il “padre” di questo capolavoro, Mario Olivero, nome di spicco nel campo della bioedilizia (insieme al fratello Valter). I due fratelli, titolari dell’impresa Olivero Bioedilizia Srl, hanno curato ogni dettaglio di questo progetto, rendendolo una sorta di opera d’arte abitabile. Il palazzo, composto da sei appartamenti più un monolocale, è realizzato con un sistema a telaio che unisce la resistenza del cemento armato alla leggerezza e sostenibilità del legno. L’intero edificio è costruito con legno proveniente da foreste sostenibili, certificato per assorbire più anidride carbonica di quanta ne produrrà. E per chi teme le “botte di calore” estive tipiche delle mansarde, l’impresa Olivero Bioedilizia Srl ha pensato a tutto: il sistema Sapisol, con pannelli isolanti in legno e sughero, garantisce una regolazione termica ottimale, rendendo il sottotetto abitabile e fresco.
E non finisce qui. Entrando in uno degli appartamenti, ci si ritrova circondati da materiali naturali, con pareti lisce al tatto e un profumo di legno che inebria i sensi. Il pavimento? Un resistente parquet in rovere, ideale per una famiglia con animali domestici. E riscaldamento a pavimento e pannelli solari permettono di raggiungere una classe energetica A4.
Viene da chiedersi quanto possa costare un simile paradiso di sostenibilità con vista sulla Mole: «Siamo sui 2.500-3.000 euro al metro quadro per una costruzione chiavi in mano» risponde Olivero.
Dietro questo progetto ambizioso c’è anche una scommessa, nata tra gli Olivero e Dominique Simonin, maestro del legno, mentore e amico di Mario: ha seguito il progetto fin dalle sue prime fasi, visitando spesso il cantiere. Ma nel frattempo è mancato e il palazzo finito sarà anche un omaggio alla sua memoria.
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