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L'INTERVISTA DELLA SETTIMANA

Un sorso di cultura, tornano i Caffè Letterari di Torino. Bonzo: «Diffondiamo cultura»

Una delle principali sorprese della Fondazione Unitre Torino per il nuovo anno accademico

Caffè Letterari di Torino

Caffè Letterari di Torino

Gialli, romanzi, cibo, fino a saggi che parlano di intelligenza emotiva. Riprendono i Caffè Letterari di Torino e ce n’è davvero per tutti i gusti. Gli appuntamenti con libri (e gli autori) rappresentano una delle principali sorprese della Fondazione Unitre Torino per il nuovo anno accademico. Organizzati da Giancarlo Bonzo, sulla falsa riga di quelli che sono stati per anni un must del Centro Congressi Unione Industriale, quando ne ricopriva la carica di Amministratore Delegato, i Caffè hanno già registrato il tutto esaurito appena si sono aperte le iscrizioni ai nuovi corsi della Fondazione.



Bonzo, è un segnale che questo tipo di appuntamenti culturali sono sempre molto apprezzati in città, non crede?
«Evidentemente sì. E io non posso che dirmi onorato nel vedere che la mia proposta riscuota tanto successo. Vorrei anche ringraziare una eccellenza imprenditoriale del territorio, la Lavazza, che ha subito dimostrato ampia sensibilità e collaborazione e che offrirà ai partecipanti un caffè di benvenuto prima di ogni appuntamento per diffondere la cultura sul territorio. Con tutto il fascino che può avere un espresso sorseggiato tra i libri».
Bruno Gambarotta, Beppe Gandolfo, Margherita Oggero... Il programma è molto ricco. C’è un appuntamento che la soddisfa particolarmente avere in calendario?
«Mi fa molto piacere aprire la rassegna con l’incontro di Margherita Oggero, che presenterà i suoi recenti “Brava Gente” e “Passepartout”. Ma in generale sono legato a tutti quanti. Ho accettato con piacere l’invito della professoressa Lucia Cellino, direttrice dei corsi, a entrare in questo nuovo mondo accademico. Ho avuto modo di conoscere alcuni di questi autori durante il periodo in cui ho lavorato all’Unione industriali. Mi fa piacere riprendere i contatti».
A proposito di Unione Industriali. Cosa ne pensa del nuovo presidente Marco Gay?
«Non posso che essere orgoglioso di un presidente come Marco Gay. Quando ricoprivo il ruolo di direttore del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale di Torino, Gay aveva appena creato con un socio una start up. L’ho visto muovere i primi passi e da lì in avanti è cresciuto e ha saputo farsi apprezzare sia a livello locale sia a livello nazionale: oggi è diventato, con merito, Presidente dell’Unione. Una carriera associativa di tutto rispetto che ho avuto il privilegio di vedere cominciare».
In molti sono passati dal gruppo Giovani Imprenditori. Lo considera una eccellenza?
«Assolutamente. E oltretutto è un’eccellenza nata qui a Torino all’inizio degli anni ’60 che si è estesa su tutto il territorio nazionale. Bisogna riconoscere a Enrico Salza la lungimiranza di aver creato questo movimento per rafforzare la rappresentanza imprenditoriale e creare la nuova classe dirigente. Fu il presidente di Confindustria di allora, l’armatore Angelo Costa ad aver riconosciuto il Gruppo Giovani Imprenditori e la Piccola Industria a livello nazionale. Il fatto che molti imprenditori passati di qui oggi ricoprano cariche istituzionali dimostra che il Gruppo Giovani funziona. A suo tempo avevo “tenuto a battesimo” altri imprenditori: penso ad Alberto Dal Poz, Andrea Romiti, Vincenzo Ilotte, Dario Gallina o Licia Mattioli e alle loro eccellenze imprenditoriali. Sicuramente possono essere di esempio a quei giovani che vogliono mettersi in gioco nel fare impresa per tenere alti e rinnovare i valori per una vera cultura d’impresa».
Alla fine è sempre una questione di cultura.
«Sì. L’interesse per le attività culturali delle le persone “diversamente giovani” , non mi piace il termine anziano, che si iscrivono alla Fondazione Unitre è un segnale importante di come ci sia bisogno di diffondere la cultura sul territorio. Ricordo che Unitre Torino è stata la prima di una serie di associazioni culturali legate alla terza età che, dal capoluogo piemontese, si sono estese a tutto il territorio nazionale con le attuali 345 sedi e gli oltre 80mila associati in Italia, di cui oltre 3.500 solo a Torino».

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