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L'intervista
23 Ottobre 2024 - 15:30
In un’intervista esclusiva, il professor Gamba ci parla del progetto innovativo che decodifica le espressioni facciali dei primati non umani e delle prospettive future della ricerca
Di recente, l’Università di Torino ha fatto notizia per il suo innovativo studio sulla comunicazione animale, in particolare riguardo alla decodifica delle espressioni facciali di primati non umani. Per approfondire questo tema, abbiamo intervistato il prof. Marco Gamba, zoologo e senior author del progetto, che ci ha parlato delle implicazioni di questa ricerca e del suo impatto futuro.
Il professore ci ha raccontato che lui e il suo team hanno dedicato diversi anni all’analisi della comunicazione nei primati, esplorando diverse aree geografiche. La spinta iniziale per intraprendere questo progetto è stata la voglia di intraprendere un nuovo sentiero di ricerca, un impulso che anima ogni ricercatore a indagare territori inesplorati. Fino ad ora, i precedenti studi sul tema si erano concentrati esclusivamente sull'aspetto della comunicazione acustica. Grazie alle nuove tecnologie e alle competenze informatiche, unite allo studio del comportamento animale, il team è riuscito ad analizzare la comunicazione attraverso gesti facciali, analizzando sia l'emissione di vocalizzazione che la non emissione di vocalizzazione.
Quando abbiamo chiesto al professor Gamba se avesse in mente di studiare altre specie animali con metodologie simili, ha risposto: "Ci sono sempre specie a cui si vuole estendere la ricerca." Attualmente, i risultati ottenuti si riferiscono a tre specie di primati: gibboni, lemuri indri e sifaka. In futuro, il professor Gamba spera di ampliare la ricerca a specie più piccole, come gli uistiti e i tamarini, per verificare se le tecniche utilizzate possano fornire risultati anche su questi animali di dimensioni ridotte.
L’impatto di questa ricerca sullo studio del comportamento animale è significativo. Il professor Gamba ha sottolineato che, grazie agli strumenti tecnologici avanzati e alle competenze informatiche e comportamentali, il team è in grado di raccogliere un numero sempre crescente di dati. Questo non solo permette di allenare ulteriormente gli algoritmi, ma migliora anche la loro precisione e capacità di analisi. C’è quindi un vasto campo da esplorare, e il professore è fiducioso che continuando su questa strada, il team possa raggiungere risultati ancora più significativi, contribuendo a una comprensione più profonda della comunicazione animale.
Abbiamo infine discusso delle potenziali collaborazioni con altre università per espandere il progetto. Il professor Gamba ha spiegato che, sebbene la ricerca sia stata ideata e sviluppata dall'Università di Torino, ci sono molte richieste da parte di colleghi di altre istituzioni. Tuttavia, per il momento, il progetto rimarrà "in casa". Ha sottolineato che uno dei ruoli fondamentali dell'università è quello di formare gli studenti e preparare i ricercatori del futuro, auspicando che questi ultimi possano unirsi a gruppi di ricerca in altre università, un processo già avviato da alcuni dottorandi che hanno trovato opportunità in contesti diversi.
In conclusione, il senior author del progetto ha ribadito l’importanza delle competenze informatiche nel loro lavoro, evidenziando come queste abbiano permesso lo sviluppo di BORIS, uno dei software più diffusi per l’analisi del comportamento animale. Questo strumento, ideato dal professor Gamba in collaborazione con Olivier Friard, è disponibile gratuitamente all'indirizzo www.boris.unito.it.
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