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il reportage

Stupri, botte e violenze nelle fabbriche abbandonate di Torino

Il caso della 27enne abusata al Club 84 non è l'unico. Fatti di cronaca che avvengono nei luoghi degradati

L'interno del Rock City di corso Dante, uno dei tanti luoghi abbandonati di Torino

L'interno del Rock City di corso Dante, uno dei tanti luoghi abbandonati di Torino

Al Rock City, otto anni fa era avvenuta quella che in gergo viene definita “Arancia meccanica”, con un marocchino pestato per giorni. Anni prima, nello stesso luogo ad essere stuprata era stata invece un’ex ballerina. E poi c’è la Gondrand di via Cigna anch’essa teatro di violenze e stupri. Proprio come quello raccontato ieri sulle pagine del nostro giornale, con vittima una 27enne violentata nel rudere della discoteca Club 84 al parco del Valentino. Fatti di cronaca che hanno un minimo comune denominatore, cioè quello di essersi consumati nei luoghi abbandonati di Torino. Che purtroppo sono tanti.

Rock City e Osi-Ghia
Era il 2018 quando la polizia aveva arrestato un 39enne romeno. Sequestro di persona, violenza sessuale e lesioni personali, le accuse nei suoi confronti. Vittima una sua coetanea, ex ballerina, anche lei dell'Europa dell'Est e segregata per sei mesi dal suo aguzzino nel capannone ex Rock City di corso Dante. Dove l’ultimo blitz dei poliziotti risale a un anno fa con lo sgombero di dodici persone che avevano trasformato la struttura (prima discoteca e poi palestra) in una “casa” con giacigli di fortuna. Dopo il blitz, i disperati si sono però ripresi il Rock City. A cui non si accede da corso Dante bensì da via Bertini, tramite una porta rimasta aperta. All’interno rifiuti, vestiti sgualciti e giacigli di fortuna.

Tra quelle mura oggi pericolanti e piene di scritte, nel 2016 prima dell’ex ballerina c’era stato il pestaggio di un 37enne marocchino, sequestrato e torturato per ore da cinque suoi connazionali, poi arrestati. Una vera e propria “Arancia meccanica”. Per accedere all’Osi-Ghia, struttura alle spalle del Rock City, invece basta spingere un cancello dove il biglietto “vietato l’ingresso ai non addetti” non spaventa proprio nessuno. E superati alcuni carrelli della spesa abbandonati e provenienti dal vicino Carrefour di corso Turati, si accede a un’altra casa dei disperati. Sul fronte della possibile riqualificazione, il Pec per l’Osi-Ghia era stato approvato undici anni fa ma l’impresa che ha in mano gli immobili non ha fatto partire progetti. Nessuna novità nemmeno per il Rock City.

L’ex Gondrand
Era il 7 novembre scorso quando un blitz interforze (col sindaco Lo Russo e l’assessora Pentenero sul posto) eseguito di prima mattina aveva sgomberato il fabbricato dell’ex Gondrand tra via Cigna e via Lauro Rossi. Dopo la cacciata dei tossici e dei senzatetto, ecco la partenza delle demolizioni. Il palazzo, che ospitava uffici e servizi, di sette piani al centro dell’area di via Cigna è di proprietà di All Building 1 srl. Nessuna esplosione, vista la particolare conformazione delle strutture ruspe e bulldozer avevano già iniziato i lavori. Ma dopo una prima parte di demolizioni, il cantiere sembra essersi fermato. Il grande palazzone è infatti ancora in piedi e capita a volte che qualche disperato riesca ad accedervi.

«Le bonifiche sono ancora in corso e le stiamo ultimando. Il nostro piano di riqualificazione va avanti insieme agli avanzamenti amministrativi», spiega Luciano Mandiello, amministratore delegato della proprietà. Che non fornisce tempistiche di recupero, limitandosi a dire che «non sono operazioni velocissime ma contiamo di recuperare l’ex Gondrand prima di tante altre opere su cui stiamo lavorando. Abbiamo già smaltito tutto l’eternit dal primo fabbricato demolito».

Proprio in quello che per anni è stato l’hotel dei disperati di Torino, nel 2020 era avvenuto uno stupro. Vittima una donna che però aveva sbagliato a riconoscere il suo aggressore. Che nel 2022 era stato scagionato dal test del Dna. Non violenze, ma spaccio c’era e c’è ancora nella piscina Sempione abbandonata in via Gottardo. Anche qui, i blitz della polizia sono stati parecchi, con annessi sgomberi. Ma i tossici si sono sempre ripresi gli spazi. Anche perché nel caso dell’impianto natatorio, la riqualificazione è al palo.

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