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Viaggio a Montecarlo
28 Ottobre 2024 - 07:00
Flavio Briatore gusta una Crazy Pizza
Una cascata di fiori, rose di diverse specie e colorazioni, adornano la facciata del locale a ridosso di un ampio dehors bordò, fatto di sedie da regista e tavolini firmati dagli archistar del momento. Gruppi di curiosi si fermano a leggere il menù, qualcuno si allontana, molti, moltissimi, provano ad entrare anche senza prenotazione.
È il lietmotiv che si ripete a ogni pranzo e cena non solo a Montecarlo, dove siamo stati proprio in questi giorni, ma anche negli altri tredici Crazy Pizza di Flavio Briatore sparsi un po’ ovunque nel mondo: dalla Sardegna al Qatar, da Forte dei Marmi al Kuwait e l’Arabia Saudita.
In ogni luogo lo stesso minimo comune denominatore: classe e qualità per un locale in cui nulla, ma proprio nulla, deve essere lasciato al caso grazie alla collaborazione di marchi luxury come Ferrari Spumanti e Illy Caffè. E c’è di più, dopo avere inaugurato il primo punto a Londra nel 2019, alla vigilia del Covid, in questi giorni sarà la volta di New York, a Soho, uno dei quartieri più affascinanti di Manhattan, quindi toccherà a Belgrado e a St. Moritz. Si chiuderà a quota 17 città, quindi, un 2024 in cui le inaugurazioni si sono susseguite quasi ininterrottamente toccando, fra le altre, Napoli, Varazze, Roma, in attesa di un 2025 che, molto probabilmente, coinvolgerà anche Torino. Sono queste le indiscrezioni nate già in estate durante l’apertura in Liguria.
«Non è un segreto che Flavio Briatore abbia mire nel Nord Ovest d’Italia - si vocifera sotto la Mole - e Torino ne fa parte, anche perché con Varazze, dove in estate la clientela è prevalentemente piemontese, abbiamo raggiunto ottimi risultati. Non è stata ancora definita una location precisa a Torino, si tratta solo di un progetto, per ora». Già, un progetto che, vista la velocità con la quale l’imprenditore di Saluzzo ama concludere i propri affari, potrebbe concretizzarsi, poi, da un giorno all’altro. Dopo avere chiuso il 2023 con un fatturato di oltre 25 milioni di euro (+ 24%) a livello di sistema, Briatore ha puntato ai 45 milioni per il 2024 proprio grazie alle inaugurazioni a catena del suo locale che, per la maggior parte rimane di sua proprietà, come New York, Montecarlo, Porto Cervo, per esempio, ma che, in alcuni casi viene concesso attraverso la formula del licensing. Ovvero, l’utilizzo del marchio da parte di un terzo, sulla base di clausole stabilite da un contratto.
Perché sì, nonostante le critiche ai prezzi esorbitanti (si arriva anche a 68 euro per una pizza) e qualche polemica da parte degli chef italiani su una ricetta non proprio tradizionale, tutti vogliono il Crazy Pizza. Perché? «Perché da noi la qualità è importante - ci racconta Edoardo, general manager del Crazy Pizza Montecarlo - la nostra Pata Negra, è vero, costa 68 euro, ma avete mai provato a comprare quel prosciutto? I prezzi sono da capogiro. Per il resto abbiamo pizze da 24 e 17 euro che valgono i prodotti che usiamo. Tutto qui. A volte dicono che la nostra pizza è troppo sottile, bene, questo è il risultato di una ricetta sana dove si usa poco lievito. Tutto ciò piace ai nostri clienti, come lo spettacolo dei maestri pizzaioli fra i tavoli del ristorante dove l’impasto diventa oggetto di acrobazie aree».
E poi ci sono le location, tutte nelle zone più blasonate delle città scelte - a Milano in Brera, in Sardegna a Porto Cervo, per esempio - prese d’assalto soprattutto dai Vip. «Il nostro dehors sul mare è proprio all’interno del percorso del Gran Premio di Monaco - spiega ancora Edoardo - quindi il locale è frequentato da molti vip e, durante quel periodo, dagli stessi piloti». Tra gli habitué ci sono i principini sempre accompagnati dalla mamma, la principessa Charlene, e, a volte, anche dal papà, il Principe Alberto. In Sardegna pullulano i calciatori, gli attori, le starlette. E, per fare un po’ di gossip, fu proprio al Crazy Pizza di Montecarlo che l’allora coppia clandestina Totti-Noemi venne pizzicata la prima volta. Speravano di fuggire all’attenzione dei paparazzi, banditi dal principato di Monaco, ma, invece, il Pupone si fece beccare. Come sempre d’altronde.
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