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LA PROTESTA
28 Ottobre 2024 - 16:15
Oggi, lunedì 28 ottobre 2024, i lavoratori della cooperativa Arcobaleno si sono riuniti in piazza a Torino per esprimere il loro malcontento riguardo alle condizioni contrattuali ed economiche che li riguardano. Un lungo confronto con l’assessora comunale Chiara Foglietta ha messo in luce le difficoltà che questi lavoratori affrontano quotidianamente, in un contesto di precarietà che sembra non avere fine.
“Dopo 15 anni di servizio come autista raccoglitore con patente CQC, nel 2023 ho chiesto un aumento al direttore del servizio. Credo che la nostra professionalità debba essere riconosciuta e adeguatamente retribuita”, racconta un lavoratore visibilmente provato. “L’aumento che richiedevo era quello standard dato ad alcuni colleghi. Mi ha risposto che, se lo volevo, dovevo diventare più flessibile e disponibile. Ma cosa significa? Uscire alle 7 di mattina quando il mio orario è dalle 8:30? O caricare 1000 kg su un mezzo che può trasportarne solo 300?” La frustrazione è palpabile, un grido di aiuto che echeggia tra le vie della città.
Un altro lavoratore, con una protesi al ginocchio, racconta di come non sia stata considerata la sua condizione di salute. “Non mi hanno riconosciuto le limitazioni sul lavoro, nonostante ho una protesi al ginocchio". Un altro ancora "Guadagno circa 1.200 euro al mese. Ho due bambine e lo stipendio non mi dura più di 15 giorni. A volte, per mettere il pranzo in tavola, devo comprare i tranci di pizza a un euro per risparmiare”, spiega con amarezza.
La situazione abitativa è altrettanto drammatica. “Del mio stipendio, dopo aver pagato l’affitto di 430 euro per un appartamento in un palazzo in convenzione sociale in piazza Bottesini, mi rimane ben poco”, continua un altro lavoratore. “C’è un collega che dorme in macchina. Con il suo stipendio non ha abbastanza garanzie per poter accedere alle case in convenzione che la cooperativa offre”.
La cooperativa Arcobaleno ha in appalto il servizio di recupero della carta e dei rifiuti ingombranti da Amiat, un contratto che dovrebbe durare fino al 2032. I lavoratori rivendicano pari condizioni economiche rispetto ai colleghi di Amiat, che guadagnano circa 300 euro in più. Marco Avataneo dell’USB sottolinea questa ingiustizia: “Chiediamo che il Comune prenda in considerazione la nostra situazione, perché non può ignorare i diritti dei lavoratori, soprattutto quando si parla di dignità e sostentamento”.
L’assessora Foglietta, dopo aver ascoltato le richieste e le testimonianze dei lavoratori, si è impegnata ad approfondire la questione. Ma le parole non bastano: i lavoratori vogliono azioni concrete. La lotta per condizioni più giuste e dignitose è appena iniziata e il loro messaggio è chiaro: “Non ci fermeremo finché non otterremo ciò che ci spetta.” In un periodo in cui il lavoro dovrebbe garantire sicurezza e dignità, la realtà di molti sembra essere ancora lontana da questo ideale.
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