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LA POLITICA

Un consiglio aperto sull’automotive. Ora lo chiede anche il centrodestra

Dopo la bagarre in aula, la maggioranza pronta a convocare la seduta per discutere dalla crisi del comparto

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Consiglio aperto sull'automotive

Il consiglio regionale aperto sull’automotive si farà. I capigruppo di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Lista Cirio si sono decisi e hanno chiesto una «convocazione urgente». La proposta arriva a 24 ore di distanza dalla discussione (non senza polemiche) fatta a Palazzo Lascaris in relazione alla crisi Comau, l'azienda di robotica ceduta al fondo americano One Equity partners.

«La transizione ecologica con costi sociali enormi è stato un errore che ora stiamo pagando ed è bene trovarsi per valutare le azioni migliori per contrastare la deriva green e tutelare il lavoro in Piemonte» commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia il Regione Carlo Riva Vercellotti. «Le misure previste dalla legge di bilancio, contro cui oggi le forze di minoranza si scagliano dando la colpa al governo, sono le conseguenze dei provvedimenti folli che le stesse sinistre hanno appoggiato a Bruxelles» gli fa eco il capogruppo della Lega Fabrizio Ricca. Si dice «estremamente preoccupato» anche Paolo Ruzzola, capogruppo Forza Italia in Regione Piemonte. «Il capoluogo piemontese ha sempre rappresentato la capitale dell’automotive e della grande industria in Italia ora è indispensabile un confronto serio sull’argomento in Consiglio regionale dove ogni attore ci metta la faccia».

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Il rischio di perdere come comparto 10mila lavoratori costituisce «una bomba sociale che va disennescata» aggiunge. È più che mai necessario «affrontare in modo aperto il tema dell’automotive» anche secondo il capogruppo della Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, Silvio Magliano. «È doveroso per dare un riscontro a una filiera fondamentale per il territorio» spiega. «Qualità e l’esperienza di tutti gli addetti, operai, impiegati e dirigenti, sono un valore per Torino e per il Piemonte che va tutelato e che non può assolutamente andare perduto. Dobbiamo dare risposte alle famiglie che sull’indotto dell’auto hanno creato esistenze e costruito le basi per il proprio futuro e che ora, giustamente, temono che tutto questo venga messo in discussione» conclude.

Sorridono le minoranze. «È arrivato il momento di dare la priorità al rilancio del settore dell’automotive e reagire ai tagli del governo Meloni sul comparto» commenta la capogruppo dei Cinque Stelle Sarah Disabato.

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