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L'evento

”We Run for Women", di corsa contro la violenza. A Torino 30 orfani di femminicidio

I dati alla presentazione: in un anno quasi mille casi di violenza tra le mura domestiche

”We Run for Woman“, la corsa contro i femminicidi

”We Run for Woman“, la corsa contro i femminicidi

Domenica 24 novembre “We run for women”, una corsa per fermare i femminicidi, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il cui programma è stato presentato ieri, a palazzo Lascaris. Presenti in sala, Davide Nicco, presidente del consiglio regionale, la consigliera regionale Valentina Cera, il questore Paolo Sirna, la vicesindaca metropolitana, Michela Favaro, il presidente del Cus Torino, Riccardo D’Elicio, Anna Maria Zucca, responsabile del progetto a sostegno degli orfani da femminicidio e Tecla Riverso, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale.

“We run for women” sarà un’opportunità per compiere un gesto concreto nella lotta contro la violenza di genere: il ricavato della manifestazione, infatti, sarà devoluto al progetto Sos, a sostegno degli orfani speciali, che sono rimasti soli, a seguito di violenze domestiche e femminicidi; capofila del progetto è l’associazione Emma Onlus, che gestisce numerosi centri antiviolenza in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Attualmente, in Piemonte, sono 30 gli orfani da femminicidio presi in carico dal progetto Sos. Ma, secondo la responsabile del progetto, Anna Maria Zucca, è necessario che il progetto venga diffuso il più possibile, per riuscire a raggiungere ed aiutare un numero sempre maggiore di vittime speciali, come lo sono gli orfani da femminicidio. «A chi ha perso la madre per femminicidio e alle loro nuove famiglie, offriamo un aiuto definito in base ai singoli bisogni - ha sottolineato -, come il percorso con l’operatrice antiviolenza, il supporto psicologico, educativo, legale, ma anche l’attivazione di “doti educative”, come, ad esempio, il pagamento dell’abbonamento in piscina o la gita scolastica».

Numeri importanti sono emersi sia dai report dei centri antiviolenza Emma, che ha aiutato, nel 2021, 373 donne e 216 minori, nel 2022 426 donne e 218 minori, nel 2023, 313 donne e 132 minori e quest’anno, 441 donne e 278 minori. Interessanti anche i dati presentati dal questore, Paolo Sirna: in base ai dati della questura, nella provincia di Torino, fra il 1° novembre 2023 e il 31 ottobre 2024, i reati spia in materia di violenza di genere sono stati 1.936, in calo dell’11,36% rispetto all’anno precedente; il reato più registrato è quello dei maltrattamenti contro familiari e conviventi, con 957 casi, a seguire il reato di stalking o atti persecutori, con 686 reati, e le violenze sessuali, con 293 reati, in crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente; l’andamento pluriennale complessivo dei reati spia, dal 2020 al 2024, ha infine rilevato un incremento del 7,56%.

Fondamentale per la prevenzione dei reati di genere è, quindi, anche l’aspetto educativo e culturale: è necessario partire dalle scuole, per insegnare ai ragazzi a relazionarsi con affetto, cura e rispetto del prossimo. La violenza di genere rappresenta una sfida collettiva e corale per le istituzioni, ma anche per la società civile, anche se, troppo spesso ancora, le forze dell’ordine sono bloccate da normative inefficienti, che andrebbero aggiornate.

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