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Diritto di Tribuna

Caro affitti e case vuote: il piano per riutilizzare gli alloggi sfitti a Torino

La campagna "Vuoti a rendere" per il censimento degli immobili non usati da due anni

Caro affitti e case vuote: il piano per riutilizzare gli alloggi sfitti a Torino

Caro affitti e case vuote: il piano per riutilizzare gli alloggi sfitti a Torino

A Torino sono almeno 22mila gli alloggi vuoti, secondo stime comunali, ma c’è chi pensa che siano molti di più: la Fondazione don Mario Operti stima infatti 78mila abitazioni non occupate. Con questi dati prende il via ‘Vuoti a rendere’, una campagna sostenuta da diverse associazioni cittadine che punta a creare un censimento ufficiale degli immobili inutilizzati, pubblici e privati, e a inserirli nuovamente nel mercato.

La necessità di riutilizzare questo patrimonio immobiliare è evidente, specialmente di fronte all’emergenza abitativa che ha portato, solo nel 2023, a 1.380 sfratti a Torino, l’88% dei quali per morosità. La maggiore disponibilità di case potrebbe inoltre avere un impatto positivo sul mercato degli affitti, aumentando l’offerta e contribuendo a contenere i costi.

Riportare gli alloggi vuoti alla collettività

La campagna Vuoti a rendere punta a restituire alla città tutte quelle abitazioni vuote che potrebbero essere messe a disposizione delle famiglie e delle persone in difficoltà. La priorità è ridare funzione sociale agli immobili, anche se l’obiettivo è anche quello di rendere disponibile per il mercato privato gli alloggi abbandonati. “Anche solo rimettere quegli alloggi sul mercato sarebbe per noi una vittoria,” hanno dichiarato gli attivisti durante un incontro in Comune.

Rocco Albanese, giurista e attivista, sostiene che Torino potrebbe ispirarsi a modelli europei: “Esiste un diritto di proprietà ma esiste anche un diritto all’abitare.” La campagna propone infatti di sviluppare un protocollo di gestione degli alloggi vuoti, simile a quelli già esistenti in altre città europee.

Tre passaggi per riattivare gli alloggi sfitti

La delibera di iniziativa popolare, presentata in Comune, si articola in tre fasi chiave: censimento, notifica e sanzione. “In città non esistono dati certi sugli alloggi vuoti: non sappiamo quanti siano né dove si trovino,” spiega Albanese, sottolineando la necessità di un censimento per individuare le proprietà inutilizzate da almeno due anni, specialmente quelle pubbliche o in mano a grandi proprietari.

Dopo il censimento, si prevede la notifica, un passaggio in cui il Comune richiederebbe ai proprietari di giustificare l’abbandono dell’immobile e offrirebbe soluzioni per riattivarlo. Infine, qualora non vi fosse collaborazione, scatterebbe una sanzione. Questa potrebbe essere monetaria, con un aumento delle tasse comunali o multe, come già accade a Milano, oppure – nei casi estremi – la requisizione dell’immobile.

Un progetto per affrontare il caro affitti
‘Vuoti a rendere’ rappresenta un primo passo verso la risoluzione dell’emergenza abitativa e la stabilizzazione degli affitti. Anche a Torino, infatti, i prezzi delle locazioni sono in crescita e molti proprietari preferiscono affittare a turisti piuttosto che a lungo termine.

La delibera, che sarà discussa in commissione tra poche settimane, non avrà un iter semplice, ma potrebbe rappresentare un segnale di svolta per il mercato abitativo torinese.

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