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SALUTE & PREVENZIONE

Antibiotico-resistenza, Italia in prima linea: un’emergenza sanitaria da fermare

Se il trend non sarà interrotto, nel 2050 l’antibiotico-resistenza potrebbe superare malattie devastanti come le patologie cardiovascolari e i tumori, diventando la principale causa di morte nel nostro Paese

Antibiotico-resistenza, Italia in prima linea: un’emergenza sanitaria da fermare

In Europa, ogni anno, più di 670.000 infezioni da batteri resistenti agli antibiotici mietono oltre 35.000 vittime. Un terzo di questi decessi, circa 12.000, avviene in Italia, confermando, se ce ne fosse bisogno, il nostro Paese al vertice della drammatica classifica dell’antibiotico-resistenza nell’Unione Europea. Il dato emerge dall'ultimo rapporto del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC), pubblicato in occasione della Giornata europea per la lotta all'antibiotico-resistenza, che rilancia un allarme che non possiamo più ignorare.

Il rischio che l’Italia diventi, nei prossimi decenni, il primo Paese al mondo in termini di mortalità causata dall’antibiotico-resistenza è reale e preoccupante. Se il trend non sarà interrotto, nel 2050 l’antibiotico-resistenza potrebbe superare malattie devastanti come le patologie cardiovascolari e i tumori, diventando la principale causa di morte nel nostro Paese.

Il circolo vizioso del consumo incontrollato

Uno degli aspetti più allarmanti del fenomeno è il massiccio consumo di antibiotici, tanto in ambito ospedaliero quanto nella popolazione generale. L’Italia si trova agli ultimi posti in Europa anche per l'uso di questi farmaci: il 44,7% dei degenti ospedalieri riceve antibiotici, ben oltre la media europea che si attesta al 33,7%. La situazione non migliora nemmeno tra i cittadini: circa il 35,5% delle persone ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici negli ultimi due anni, in aumento rispetto al 32,9% del biennio 2016-17.

Una gestione così indiscriminata degli antibiotici crea un circolo vizioso pericoloso, dove l’abuso di farmaci non solo non risolve il problema delle infezioni, ma lo aggrava, favorendo la nascita di “super-batteri” resistenti. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) l’ha spiegato chiaramente: «Così il cane si morde la coda», con l'uso sconsiderato degli antimicrobici che diventa la causa stessa dell’emergenza sanitaria. E la risposta, al momento, sembra ancora troppo lenta.

I costi nascosti dell’antibiotico-resistenza

L’antibiotico-resistenza non è solo una questione di salute pubblica, ma anche di costi enormi per il servizio sanitario nazionale. Ogni anno, l'occupazione dei posti letto ospedalieri a causa delle infezioni da batteri resistenti arriva a toccare i 2,7 milioni, con un impatto economico che sfiora i 2,4 miliardi di euro. Questi numeri sono il risultato di una realtà quotidiana fatta di ricoveri, trattamenti più complessi e prolungati, e un sistema sanitario che, nonostante gli sforzi, fatica a tenere il passo.

                                                                           

Secondo i dati ECDC, nel biennio 2022-23, circa 430.000 pazienti sono stati ricoverati in ospedale in Italia per infezioni acquisite durante la degenza. Questo rappresenta l'8,2% del totale dei ricoverati, un dato ben al di sopra della media europea del 6,5%. La situazione è leggermente più critica solo in Portogallo, con un tasso dell'8,9%, ma come sottolinea l’AIFA, il Portogallo ha una popolazione più giovane e quindi meno suscettibile a tali infezioni.

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