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L'indagine

Fondi pubblici e documenti falsi: due torinesi indagati per malversazione

Al centro dell'indagine una società che avrebbe ottenuto un prestito presentando una documentazione falsa e che avrebbe usato le somme ricevute per scopi diversi da quelli previsti

Fondi pubblici e documenti falsi: indagine su due torinesi per malversazione

Foto d'archivio

Risiedono a Torino due dei quattro indagati nell’inchiesta condotta dalla procura e dalla guardia di finanza di Montepulciano (Siena) per malversazione e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Le loro abitazioni sono state perquisite ieri, giovedì 28 novembre 2024.

Al centro delle indagini c’è una società che nel 2020 aveva ottenuto un finanziamento di 570mila euro, garantito dallo Stato in base al decreto liquidità. Secondo la guardia di finanza, che ha ricostruito i flussi finanziari e analizzato i documenti contabili, i prestiti sarebbero stati concessi grazie alla presentazione di documentazione falsa. Le somme ricevute, inoltre, sarebbero state utilizzate per scopi diversi rispetto a quelli previsti dalle normative di erogazione.

In assenza della restituzione del denaro, banche e finanziarie creditrici hanno attivato la garanzia statale del fondo centrale per le piccole e medie imprese, il cui scopo è facilitare l’accesso al credito tramite garanzie pubbliche. Alla luce delle prove raccolte, il tribunale di Siena ha disposto un sequestro preventivo per un valore di oltre 435mila euro, corrispondente al profitto illecito derivante dall’uso improprio dei fondi.

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