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L'intervista

Fabio Volo e la battuta di Alessandro Baricco: "Ho venduto abbastanza per non odiarti"

Lo scrittore ospite a Belve: il "puttanun" ad Ariana Grande e le polemiche che non finiscono

Fabio Volo (Fonte BELVE-RAI)

Fabio Volo (Fonte BELVE-RAI)

Negli anni, Fabio Volo è stato un po' il chiodo fisso dei critici letterari: "è uno scrittore o no?" Ma come ha raccontato lui stesso, nel corso degli anni è stato molto di più che solo uno scrittore (di successo, per di più), e oggi non ha più voglia di farsene una colpa, un po' come Antonio Conte con il suo "Sono antipatico perché vinco? Non è un problema mio!".

Fabio Volo è stato l'ospite della terza puntata di "Belve", il talk show di Francesca Fagnani che non risparmia nessuno. Con il suo stile diretto, l'autore di "Il giorno in più" si è messo a nudo, parlando senza filtri del suo rapporto con la scrittura, le critiche della "critica", e della celebre battuta su Ariana Grande che ancora oggi fa discutere. Un'intervista che ha svelato, ancora una volta, il suo lato più provocatorio e meno politically correct, portandolo a riflettere sulla sua carriera, il suo successo e le polemiche che non smettono di seguirlo. 

Uno dei momenti che più ha acceso il dibattito è stato senza dubbio quello in cui ha apostrofato Ariana Grande con il famigerato “puttanun” nel 2019. Il contesto? Lanciato a capofitto in una discussione che voleva essere seria, Volo ha accusato la popstar di essere “responsabile” di un messaggio sbagliato per il suo pubblico giovane, in particolare le bambine in prepubertà. Secondo lui, l’immagine che la cantante americana proponeva, con quei movimenti sensuali e atteggiamenti provocanti, era “inappropriata” per un pubblico così giovane. E, per fare un esempio che rimarrà nella storia delle polemiche, ha esordito con: "Ma chi è sto puttanun'?", riferendosi appunto alla Grande.

Le sue parole hanno scatenato il putiferio e hanno fatto il giro di tutti i social. Ma per Fabio Volo, quella battuta era parte di un discorso più ampio: la preoccupazione per come le ragazzine, a quell’età tanto impressionabile, potessero imitare senza capire davvero cosa stessero facendo. Un tema serio, come lui stesso ha sottolineato nell’intervista a Belve.

Durante l'intervista ha parlato anche del suo rapporto con gli haters. Fabio Volo non è mai stato il beniamino dei salotti letterari. Piuttosto, è uno che si fa notare per le sue mosse da "paraculo" e per la sua strafottenza verso le etichette. È un tipo che non si prende troppo sul serio, come ama dire lui, e che non rinuncia mai al suo lato ironico, anche se questo gli costa le definizioni più disparate.

Durante l'intervista, c'è stato anche spazio per il ricordo di un episodio con un nome storico di Torino. Celebre la battuta di Alessandro Baricco, che durante un incontro con Volo disse: “Ho venduto abbastanza per non odiarti".Una battuta molto profonda, da parte di chi, con i suoi romanzi da Premio Strega e le sue letture da intellettuale, difficilmente potrebbe considerare Fabio Volo un “vero” scrittore. Ma, comunque, gli conferma il suo status di best-seller invidiato. Perché? Perché alla fine, anche chi ha scritto libri più "intellettuali" e trattato temi più seri e complessi di quelli di Volo, non è riuscito a vendere neanche il 10% delle sue copie.

Un po' come il suo discorso su "come spendere soldi" – sì, perché anche su quello si è scatenato il fuoco delle critiche. Volo non è tirchio, ma quando si tratta di abbigliamento, la sua filosofia è chiara: non compra mai nulla che non gli serva davvero. La sua dichiarazione sui jeans bucati è quasi un manifesto della sua indole: niente fronzoli, niente ostentazioni. Anche quando si tratta di acquistare scarpe tarocche in Thailandia. Ma forse questa è solo un’altra delle sue “cazzate” che, nel tempo, diventeranno saggezza popolare.



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