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LO STUDIO

Scoperto il gene segreto dei gatti rossi: ecco svelato il mistero del loro manto

Dopo 60 anni di ricerche, finalmente scoperto il gene responsabile del pelo arancione

Scoperto il gene segreto dei gatti rossi: ecco svelato il mistero del loro manto

Flame, oggi. Nelle fotografie sotto i suoi primi mesi di vita

Da decenni, il colore arancione dei gatti ha suscitato curiosità, tanto da diventare oggetto di numerose teorie e leggende. Alcuni lo associano alla personalità giocosa e un po’ goffa di questi felini, mentre altri lo considerano un simbolo di buona fortuna. Ma dietro a questa colorazione, c'era un mistero genetico che i ricercatori hanno faticato a risolvere. Finalmente, dopo 60 anni di studi, i genetisti sono riusciti a identificare il gene responsabile del caratteristico mantello arancione dei gatti domestici.

La straordinaria scoperta, pubblicata il 5 dicembre 2024 su ScienceAlert, è frutto del lavoro congiunto di due team di ricercatori che, studiando il genoma dei gatti, hanno individuato un segmento mancante di DNA. Questo tratto, che si trova in una zona non codificante del genoma, gioca un ruolo fondamentale nell’espressione del colore arancione.

Greg Barsh, genetista della Stanford University, ha dichiarato che il mistero che per decenni ha affascinato i biologi è finalmente stato risolto. Il suo team ha analizzato le cellule della pelle dei gatti con pelliccia arancione, scoprendo che esse esprimono 13 volte più RNA del gene Arhgap36 rispetto a quelle di gatti non arancioni. La novità sorprendente è che la mutazione non avviene nella parte codificante del gene, ma in una sequenza che la precede. In particolare, una delezione di 5 kilobasi sembra alterare l'espressione del gene, dando origine alla tipica tonalità arancione.

La ricerca ha coinvolto un database di 188 gatti, di cui 145 con pelliccia arancione, 6 calico/tortoishell (marmorizzati) e 37 non arancioni. La mutazione di Arhgap36 è risultata presente in tutti i gatti con il caratteristico colore arancione.

Un aspetto particolarmente interessante della scoperta riguarda la differenza di colorazione tra maschi e femmine. Il gene Arhgap36 si trova sul cromosoma X, il che spiega le differenze osservate tra i sessi. I maschi, infatti, hanno un solo cromosoma X e, se portano la mutazione, presenteranno una pelliccia interamente arancione. Le femmine, invece, avendo due cromosomi X, possono avere una pelliccia a "patchwork", dove alcune cellule esprimono il gene arancione e altre no. Questo fenomeno avviene perché, nei mammiferi, uno dei due cromosomi X viene inattivato casualmente in ciascuna cellula, creando una sorta di mosaico genetico. In rari casi, però, quando entrambi i cromosomi X portano la mutazione, le femmine possono avere un manto completamente arancione, proprio come i maschi.

Mentre i gatti arancioni sono spesso descritti come divertenti e goffi, non esistono evidenze scientifiche che colleghino questa colorazione alla personalità o alla salute del gatto. La mutazione di Arhgap36 non sembra causare alcun problema di salute o comportamentale, a differenza di quanto accade in altre specie animali, dove la stessa mutazione può portare a difetti nello sviluppo. Nei gatti, questa mutazione sembra influire solo sui melanociti, le cellule responsabili della produzione di pigmento, e non provoca danni alla salute del felino.

Inoltre, il gene Arhgap36 influisce sul tipo di pigmento prodotto. La mutazione sposta la produzione di eumelanina, il pigmento marrone scuro, verso tonalità più rossastre o giallastre, tipiche dell'arancione. Un'altra interessante scoperta riguarda i gatti calico e tortoishell. Sebbene entrambi abbiano una pelliccia "patchwork", la differenza risiede in una mutazione aggiuntiva che riguarda le macchie bianche nel calico. Questa mutazione riduce la sopravvivenza dei melanociti durante lo sviluppo, creando aree di pelliccia bianca e amplificando il mosaico di colori. La scoperta è stata confermata anche da uno studio condotto dal genetista Hidehiro Toh dell'Università di Kyushu. Entrambi gli studi sono ora in attesa di revisione per essere pubblicati ufficialmente sulle riviste scientifiche.

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